Sintomi banali che mostrano l’inizio di malattie molto gravi | Ecco come riconoscerli

Di malattie gravi e spesso irreversibili ne esistono davvero molte, e spesso ignoriamo i sintomi banali che le annunciano.

Purtroppo è davvero difficile star dietro a tutti i segnali che ci manda il nostro corpo, e non è opportuno ovviamente trascorrere le giornate dal medico curante. Possiamo però imparare a riconoscere alcuni sintomi che è meglio non sottovalutare.

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Un sintomo leggero ma inaspettato potrebbe indicare il rischio di una malattia grave – Grantennistoscana.it

Esistono alcune patologie che sono chiamate subdole poiché i sintomi non si avvertono fino a quando ormai è tardi. Parliamo ad esempio dell’ipercolesterolemia, o di alcuni tipi di cancro, come quello al Pancreas.

La prevenzione resta sempre l’arma fondamentale, e grazie agli investimenti nel campo Ricerca e Salute, possiamo sfruttare le campagne di screening precoce, che ultimamente hanno aperto le porte a una più ampia platea di soggetti a rischio. Soprattutto dopo i 40 anni sarebbe bene informarsi su quali siano gli esami gratuiti accessibili, e fare un check-up completo.

Per quanto riguarda altre malattie, però, abbiamo ancora più tempo a disposizione: spesso i sintomi si manifestano molto precocemente, anche se è difficile individuarli. Parliamo in particolar modo delle malattie neurodegenerative.

Cosa sono e perché vengono le malattie neurologiche degenerative?

Sicuramente tutti hanno sentito parlare del morbo di Alzheimer, una patologia grave e incurabile spesso erroneamente associata all’avanzare dell’età.

Statisticamente gli over 65 sono i soggetti più colpiti ma negli ultimi tempi l’età a rischio si è notevolmente abbassata. Questo perché oltre alla predisposizione genetica, nell’insorgere della malattia entrano in gioco altri fattori: uno stile di vita scorretto, l’esposizione all’inquinamento sono solo alcuni di essi.

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Le malattie del cervello sono molte e si manifestano in vari modi – Grantennistoscana.it

Quando si parla di malattie neurodegenerative ci si riferisce sì all’Alzheimer o al Morbo di Parkinson ma anche a malattie più rare, come le encefalopatie spongiformi. Tutte le varie forme di demenza o compromissione delle funzioni del cervello si innescano in modalità diversa. Però il danno è sempre a carico delle cellule nervose, che non riescono più a moltiplicarsi e quindi garantire una corretta funzionalità del cervello.

E siccome ogni cellula nervosa svolge una funzione diversa, a seconda dell’area colpita andremo incontro a diverse patologie. Ad esempio, la SLA (sclerosi laterale amiotrofica) insorge quando c’è un danno ai motoneuroni spinali o corticali; se le cellule deputate all’uso di dopamina vengono compromesse ci troveremo di fronte al Parkinson; invece la Corea di Huntington si manifesta quando c’è un danno a carico delle cellule colinergiche.

Quali sono le cure ad oggi disponibili per le malattie neurodegenerative

Come detto, spesso e volentieri le malattie neurodegenerative derivano da una predisposizione genetica. Negli ultimi anni la Ricerca ha approfondito molto su questo aspetto e sono al vaglio nuovi vaccini genici.

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Oggi si stanno sperimentando nuovi vaccini anche contro le demenze cerebrali – Grantennistoscana.it

Recentemente è stato approvato un farmaco, il Lecanemab, che istruisce l’organismo a combattere contro gli accumuli della proteina beta amiloide, responsabile della forma di demenza Alzheimer. Inoltre alcuni ricercatori stanno ideando un vaccino preventivo per le persone che hanno un gene specifico; secondo gli studiosi, in questo modo si potrebbe contrastare l’insorgere dell’Alzheimer anche fino a 25 anni prima.

Una volta che la malattia è diagnosticata si può ricorrere a numerosi trattamenti farmacologici per rallentare il declino. Ad oggi però non esistono terapie completamente risolutive.

Non è detto, però, che l’unica causa sia la genetica, e dunque anche per quanto riguarda le patologie degenerative a carico del cervello si punta sempre sulla prevenzione. Tra le tante modalità c’è quella di saper individuare alcuni sintomi precoci, che potrebbero ricondurre all’inizio della malattia.

I sintomi banali che possono essere la spia di una demenza cerebrale

I non addetti ai lavori, ovvero chi non è medico o conoscitore della medicina, ignorano il fatto che le malattie neurodegenerative cominciano a erodere le funzioni del cervello molto lentamente.

Il classico tremore alle mani, ad esempio, o il non ricordare improvvisamente niente, sono sintomi gravi che si manifestano quando la malattia è in stato avanzato. Parliamo ovviamente del Parkinson e dell’Alzheimer.

Andando ad approfondire, però, scopriamo che il cervello invia i segnali di qualcosa che non va molto prima che il soggetto sospetti la malattia. Ecco perché è fondamentale rivolgersi al medico se abbiamo dei sospetti. A seconda della situazione, lo specialista potrà prescrivere esami specifici, in modo da individuare immediatamente l’eventuale presenza di una forma di demenza o danno cerebrale.

perdita della memoria da giovani
Perdere la memoria improvvisamente o un cambiamento nella personalità sono spie da non sottovalutare – Grantennistoscana.it

Non sottovalutiamo il nostro stato di salute se improvvisamente accusiamo uno o più di questi sintomi:

  • Perdita improvvisa di memoria;
  • difficoltà ad usare le parole corrette in base al contesto, anche se gli episodi sono sporadici;
  • insorgenza di difficoltà motorie o nell’equilibrio e coordinazione dei movimenti;
  • tremori, spasmi o movimenti incontrollati inspiegabili;
  • cambiamento nella personalità, attacchi di aggressività e/o di depressione che esulano d altre diagnosi;
  • debolezza e stanchezza insolite;
  • difficoltà a deglutire;
  • perdita dell’olfatto;
  • problemi improvvisi alla vista (vista doppia, offuscata o carente da un occhio solo).

I sintomi che abbiamo descritto poco sopra sono effettivamente abbastanza generici; potremmo averli e non essere di fronte a demenza ma ad altre malattie. Ecco perché è opportuno indagare col proprio medico curante, che deciderà se approfondire con una visita dal neurologo.

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