Lo smart working se vissuto in determinate maniere può davvero nuocere alla salute, ed è vero, il pigiama non va bene.
Sicuramente il lavoro a distanza è un’ottima soluzione che si può applicare in diversi comparti. La pandemia ha accelerato una tendenza che era comunque già iniziata, ma come per tutte le cose vi sono anche i lati negativi.
In gioco c’è proprio la salute del corpo e anche della mente, e a dirlo sono gli esperti che hanno individuato alcune criticità nello svolgimento dello smart working. Andiamo dunque a conoscere i rischi intrinseci di questo modo di lavorare e soprattutto come ovviare senza rinunciare a svolgerlo.
L’immagine del lavoratore in riunione davanti allo schermo con il pigiama addosso è sicuramente presente a tutti. Oggi possiamo affermare che è anche una metafora per ricordarci che non sempre le comodità sono salutari. Ecco quali sono i pericoli del lavoro da casa.
Andare al lavoro ogni mattina, prendere il bus o l’auto, salutare i colleghi e poi tornare a casa è una dinamica che ci sembra scontata. Pensiamo però se togliamo tutti questi step dalla vita quotidiana: perdiamo moltissimo.
Il movimento è una delle cose indispensabili per il benessere e la salute, e non dovendo più svegliarsi, vestirsi, farsi la doccia per raggiungere il luogo di lavoro possiamo rischiare molto. Gli esperti sono tutti d’accordo: chi lavora da remoto aumenta le probabilità di prendere peso, scombussolare il ritmo fame-sonno-veglia, e anche di incorrere maggiormente in malattie cardiovascolari.
Pensiamo poi al non dover più indossare abiti formali, curare la propria persona e dover essere “piacenti”. Quando si lavora in ufficio o in qualsiasi altro luogo è ovvio che desideriamo sentirci a posto; effettuando le mansioni da casa potremmo lasciarci andare alla sciatteria.
Anche non volendo, potremmo “perdere noi stessi”, credendo di stare più comodi e andando invece a non curare più le nostre esigenze, quelle igieniche in primis. Durante la pandemia quando alcune persone vennero intervistate su come si trovavano con lo smart working emersero risposte inquietanti.
I lavoratori indossavano per giorni e giorni gli stessi abiti, e addirittura rimanevano direttamente in pigiama. In fondo, “a che serve cambiarsi? Nessuno ti vede“. Ma questo pensiero è moto pericoloso, soprattutto a livello mentale. Numerose ricerche, infatti, hanno dimostrato che i “lavoratori agili” sono più propensi ad avere una salute generale inferiore di chi si muove per recarsi al lavoro fisicamente.
Naturalmente questa modalità di lavoro non è da demonizzare, tutt’altro, sebbene possiamo affermare con certezza che è molto divisiva. C’è chi la ama e chi la odia.
Le persone che, per scelta oppure obbligo, devono lavorare da casa possono però ovviare ai rischi sopra citati, semplicemente ricordandosi alcune regole e adottando comportamenti adeguati. La prima cosa da fare è imporsi di uscire almeno una volta al giorno, che sia per fare le normali commissioni oppure una bella passeggiata. Meglio ancora se troviamo uno scopo, un hobby da perseguire, un’attività che ci dia una “scusa” per staccare dal pc e muoversi dalla sedia.
Fondamentale è riuscire a dividere il lavoro dalle questioni private, anche se tutto si svolge in un unico ambiente, ovvero la casa. Gli esperti consigliano di stabilire un orario preciso di inizio e fine attività lavorative, e di fare numerose pause durante la giornata.
La questione del pigiama è ovviamente una metafora, ma chi lavora da remoto deve comunque curare la propria persona, cambiarsi d’abito, andare dal barbiere/parrucchiere e non dimenticarsi nemmeno del deodorante. Anche se nell’agenda non sono previste video call.
L’alimentazione è un altro fattore che impatta molto sulla salute del lavoratore agile. È opportuno evitare assolutamente di mangiare spuntini davanti al computer e stabilire orari dei pasti esattamente come stessimo lavorando fuori da casa.
Infine, possiamo anche valutare di continuare a lavorare da remoto, ma abbandonando le mura domestiche. Forse non tutti sanno che esistono dei luoghi dove si possono affittare postazioni di lavoro. Si tratta di una soluzione semplice e geniale che può risolvere il conflitto dello stress dovuto alla confusione di dover coniugare spazi lavorativi con quelli familiari.
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