Sosta auto da pagare in base alle dimensioni della macchina? Tariffe del parcheggio più alte per i SUV e le auto più grandi?
Qualcuno non solo ci ha pensato ma ha anche già applicato questo nuovo criterio di tariffazione progressiva che penalizza i veicoli più voluminosi. Ecco dove succede.
Il prezzo del parcheggio calcolato in funzione del modello della vettura. Una misura che mira evidentemente a penalizzare autoveicoli come i Suv, giudicati eccessivamente voluminosi, inquinanti e anche potenzialmente più pericolosi rispetto a macchine di dimensioni inferiori.
Da qui l’idea di applicare un aumento delle tariffe del parcheggio per queste categorie di veicoli. I favorevoli a provvedimenti di questo tipo invocano il cosiddetto principio dell’«inquinatore pagatore» (detto anche «chi inquina paga»).
Si tratta di un principio nient’affatto nuovo. Nato negli anni ’70, il principio dell’inquinatore pagatore viene recepito in sede europea già mezzo secolo fa. Il suo esordio risale infatti al Programma d’Azione in materia ambientale del 22 novembre 1973. Successivamente entra anche nella Raccomandazione n. 476 del Consiglio dell’Unione europea del 3 marzo 1975 e viene inserito nel testo del Trattato CE tramite l’Atto Unico Europeo.
L’idea di far pagare di più i proprietari dei SUV ha trovato applicazione a Parigi. La capitale francese ha adottato un regolamento per aumentare le tariffe in funzione di quattro parametri:
Il consiglio comunale di Parigi, guidato dalla sindaca socialista Anne Hidalgo, ha approvato questa nuova regola – destinata a far parlare molto di sé – lo scorso 8 giugno per disincentivare la circolazione delle auto più grandi e inquinanti. Il provvedimento entrerà in vigore col 1° gennaio 2024. Nel mirino della municipalità parigina sono finiti dunque i SUV, vetture grandi e pesanti del tipo 4 x 4 o pick-up, regolarmente fatti oggetto di strali da parte degli ecologisti.
«Vorremmo che il Comune di Parigi modificasse la tariffazione dei parcheggi a pagamento per renderla progressiva in base al peso e alle dimensioni dei veicoli», ha dichiarato in emiciclo Frédéric Badina-Serpette, ecologista eletto nel 18° arrondissement, prendendo ad esempio la decisione di far pagare di più il parcheggio dei SUV presa alcuni giorni prima dal sindaco ambientalista di Lione, Grégory Doucet.
Senza giri di parole, Badina-Serpette bolla vacome «assurdità» quella che definisce l’«autobesità», vale a dire «l’inesorabile crescita del peso e delle dimensioni dei veicoli delle automobili che circolano nelle nostre città, e specialmente a Parigi». A sostegno della sua forte affermazione snocciolava poi una serie di dati: «Tra il 1960 e il 2017, il peso dei veicoli è aumentato in media del 62%, la loro larghezza del 14% e la loro altezza del 21%». Peccato solo, ha aggiungeto, «che il nostro spazio pubblico non sia estensibile». L’unica cosa da fare, concludeva il consigliere ecologista, è «applicare il principio dell’inquinatore pagatore».
A rincarare la dose ha provveduto l’assessore ecologista alla mobilità David Belliard, per il quale «i SUV sono un’aberrazione ecologica». Con l’approvazione delle nuove regole Parigi dichiara dunque guerra ai SUV nei parcheggi pubblici. La modifica della tariffazione riguarderà gli abbonamenti mensile adotterà dunque un approccio simile a quello applicato già a Lione, dove si applica una tariffa differenziata in base al peso della macchina.
La municipalità parigina non ha ancora comunicato di quanto aumenteranno le tariffe per i SUV. A Lione invece, dove la tariffazione progressiva degli abbonamenti per i residenti entrerà in vigore, come nella capitale, a partire dal 2024, le cifre sono state rese note.
Nella città lionese, la terza più popolosa di Francia dopo Parigi e Marsiglia e situata come noto nel sud-est della Francia, si partirà con tre fasce di prezzo che rimpiazzeranno l’attuale tariffa unica per i residenti (20 euro mensili).
La prima tariffa, fissata a 15 euro per le famiglie numerose, a partire da 3 figli, e per i residenti meno abbienti, dovrebbe riguardare una famiglia lionese su due. Al suo interno sono compresi anche i veicoli elettrici, ad eccezione di quelli particolarmente ingombranti e impattanti. La seconda tariffa (30 euro al mese) riguarderà i veicoli termici da 1000 a 1725 kg e gli ibridi ricaricabili fino a 1900 kg. Infine la tariffa maggiore (45 euro mensili) cadrà ovviamente sui veicoli più pesanti: i grossi SUV e le vetture particolarmente ingombranti, da tempo nel mirino della giunta ecologista della città.
A Parigi, a quanto si sa, dovrebbero entrare in gioco criteri analoghi, come visto. Non solo il peso e le dimensioni dell’auto, il tipo di motore e la durata del parcheggio, ma anche la composizione del nucleo familiare del proprietario del veicolo. Stando a quanto annunciato non dovrebbero subire poi aumenti di tariffa i SUV completamente elettrici a zero emissioni.
Niente aumenti anche per le famiglie numerose, dato che in casi come questi il SUV viene ritenuto un mezzo essenziale per spostarsi con un minimo di comodità. Per non penalizzare eccessivamente i parigini che non hanno altra scelta che quella di viaggiare in SUV, è in previsione di applicare una «tariffa solidale» a beneficio delle famiglie a più basso reddito così come «alle famiglie numerose che talvolta hanno bisogno di un veicolo più grande per spostarsi».
Per gli ambientalisti la tariffa maggiorata per i SUV costituisce «una misura di buon senso», dato che queste vetture rappresentano un pericolo per i pedoni, occupano troppo spazio e degradano la carreggiata.
Resta da chiedersi se il modello adottato in Francia da Parigi e Lione non possa essere esportato anche in Italia. È noto che i sindaci italiani seguono sempre con attenzione quanto proposto dalla giunta Hidalgo, soprattutto per quel che riguarda il traffico cittadino (la sindaca parigina, al suo secondo mandato, ha già pedonalizzato diverse zone della sua città e mira a rendere Parigi sempre più a misura di bici). Ma la situazione delle città della Penisola può essere paragonata a quella di Parigi?
I dati di Unrae sulle immatricolazioni nel mese di giugno 2023 mostrano con chiarezza che anche nel nostro Paese i SUV riscuotono un grande successo. A parte il segmento A-SUV, che fa registrare una presenza più ridotta, il 27,5% delle vendite totali nei primi sei mesi del 2023 hanno avuto per oggetto proprio la categoria B-SUV, che ha sfiorato la bella cifra di 250 mila immatricolazioni.
Aumentano anche i dati del segmento C-SUV. Questa categoria ha fatto registrare 178.222 veicoli immatricolati (il 20,9% delle vendite totali nel primo semestre dell’anno). Trend positivo anche guardando i dati relativi al segmento D-SUV (5,8% delle vendite totali) e E-SUV(1,9%).
Uno sguardo più generale sulle cifre mostra che nello Stivale vengono venduti più SUV di segmento C di quanto non siano vendute le city-car. In pratica, oltre la metà dei veicoli venduti in Italia è rappresentata da SUV. Perciò le criticità e i problemi riscontrati a Parigi e dal suo sindaco non possono certo dirsi estranei anche all’Italia.
Detto ancora più chiaramente, non si può affatto escludere che una misura sull’esempio francese non possa trovare terreno fertile in Italia. E essere così importata e replicata anche da noi da parte dei singoli comuni altrettanto desiderosi di mettere un freno all’invasione dei SUV nelle città.
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