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Curiosità

Sostanze pericolose nei prodotti per la cura della persona, risultati preoccupanti: la lista completa degli articoli a rischio

Non tutto quello che compriamo è davvero sicuro, come dichiarano le aziende: ecco la lista dei prodotti personali ad alto rischio!

Quando ci rechiamo dal nostro supermercato di fiducia abbiamo la sensazione di comprare prodotti e alimenti sicuri. Crediamo, forse erroneamente, che questi prodotti siano stati attentamente valutati per la sicurezza prima di essere messi in vendita. Tuttavia, un recente studio condotto negli Stati Uniti ha dimostrato che questa percezione di sicurezza è spesso ingannevole.

Molti prodotti che usiamo tutti i giorni possono contenere sostanze che in realtà sono dannose per la salute (Foto Ansa) – grantennistoscana.it

I ricercatori del Silent Spring Institute e dell’Università della California hanno condotto uno degli studi più grandi al mondo e hanno scoperto la presenza di vari ingredienti dannosi in prodotti comuni che utilizziamo a casa e sul posto di lavoro. Questa ricerca è solo una delle tante che, negli ultimi anni, ci mettono in guardia sulla pericolosità degli oggetti che usiamo tutti i giorni.

Gli sconcertati risultati dello studio: le sostanze chimiche volatili sono ovunque

Secondo lo studio, nel 2020 sono state rilasciate in California più di 5000 tonnellate di sostanze chimiche dannose per la salute umana da prodotti di consumo. Le sostanze sono elencate nella Proposition 65, una legge californiana che richiede alle aziende di avvisare i consumatori sulla presenza di sostanze chimiche pericolose.

Queste sostanze, chiamate composti organici volatili (COV), possono diffondersi nell’aria e accumularsi nelle nostre case, causando problemi di salute a lungo termine, come il cancro.

Recenti studi hanno rivelato numeri impressionanti di sostanze tossiche che i prodotti di uso comune rilasciano in natura – grantennistoscana.it

Lo studio ha identificato 33 sostanze chimiche pericolose contenute nella Proposition 65 che sono presenti in molte categorie di prodotti diversi. Tra questi, ci sono alcune categorie di prodotti che destano maggiore preoccupazione in quanto contengono diverse sostanze chimiche che potrebbero causare danni più gravi. La maggior parte riguarda l’igiene personale.

Ad esempio, la formaldeide (un agente con azione cancerogena) è la sostanza più comune trovata nello smalto per unghie, nello shampoo, nel trucco e in altri prodotti per la cura personale. E l’elenco, purtroppo, non si ferma qui.

Le sostanze chimiche più presenti e pericolose

Lo studio ha anche contribuito a mostrare che alcune categorie di persone sono probabilmente esposte contemporaneamente a diverse sostanze chimiche pericolose a causa dell’uso di diversi prodotti. Ad esempio, gli addetti alle pulizie utilizzano di solito una combinazione di detergenti generali, sgrassanti, detersivi e altri prodotti per la manutenzione. Questo, secondo i ricercatori, potrebbe esporli a oltre 20 COV elencati nella Proposition 65.

La dietanolammina, ad esempio, è contenuta nell’elenco delle sostanze pericolose ed è spesso utilizzata in prodotti come gli shampoo per renderli più cremosi o schiumosi. Le donne, che notoriamente usano più spesso questo tipo di prodotti, potrebbero essere più esposte a determinati rischi. Canada e Unione Europea, fortunatamente, vietano l’uso di alcune sostanze nei cosmetici perché possono causare il cancro.

Gli smalti sono tra i prodotti che più contengono sostanze chimiche potenzialmente cancerogene – grantennistoscana.it

Alcune sostanze chimiche, come la N-metil-2-pirrolidone, sono elencate nella Proposition 65 perché sono tossiche per la riproduzione o lo sviluppo. Tuttavia, sono ampiamente utilizzate nei tessuti che indossiamo e nei prodotti come quelli per forniture artistiche, che vengono comunemente utilizzati da bambini o persone in stato di gravidanza.

Infine, come dimenticare una delle sostanze più pericolose per il nostro corpo: la plastica. Le microplastiche sono diventate un’altra preoccupante minaccia per l’ambiente e per la salute umana. Queste particelle di dimensioni ridotte, inferiori a 5 millimetri, sono presenti in quantità allarmanti in mari, fiumi, laghi, suoli e addirittura nell’aria che respiriamo.

Le microplastiche derivano principalmente dalla frammentazione di oggetti di plastica più grandi, come bottiglie, sacchetti, imballaggi e giocattoli. Questi rifiuti si degradano nel corso del tempo a causa dell’azione del sole, del vento e delle onde. Altre fonti di microplastiche sono proprio i prodotti cosmetici come esfolianti e detergenti, nonché le fibre di plastica rilasciate durante il lavaggio dei tessuti sintetici.

Non solo sostanze chimiche: anche le microplastiche ormai sono ovunque

Una volta che le microplastiche entrano negli ecosistemi, sono quasi impossibili da rimuovere. Molti organismi, tra cui pesci, uccelli marini e tartarughe, ingeriscono involontariamente queste particelle, con conseguenze gravi per la loro salute. Nel caso dei pesci che mangiamo, le microplastiche arrivano poi direttamente sulle nostre tavole.

Negli ultimi anni è arrivata la conferma che tutti temevano: le microplastiche sono presenti anche nel nostro organismo. E la cosa dovrebbe destare non poca preoccupazione per la nostra salute. Recenti studi hanno dimostrato che le microplastiche non sono particelle innocue. Possono rilasciare additivi, plastificanti, altri composti tossici e possono trasportare microrganismi patogeni con geni di resistenza antimicrobica.

Fermare la diffusione di microplastiche sembra praticamente impossibile – grantennistoscana.it

Le microplastiche alterano l’integrità della barriera intestinale e possono essere assorbite nel flusso sanguigno. Pertanto, le microplastiche ingerite e inalate possono potenzialmente essere intrappolate e accumularsi in diversi tessuti e organi, come i polmoni o la placenta.

Non è ancora chiaro se la quantità di microplastiche trovate negli organi umani sia sufficiente a produrre effetti dannosi per la salute. Quel che è sicuro è che in futuro dovremo fare sempre più attenzione agli oggetti e agli alimenti di cui ci circondiamo.

Paolo Pontremolesi

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