Sebbene molti lo facciano anche quotidianamente, quella di spiare il cellulare dei propri figli è un’abitudine che fa discutere: ma è legale?
Per quanto nessuno mai nella storia sia nato genitore e quindi tutti, alla nascita dei propri figli, si siano trovati di fronte a una missione speciale, difficile ma sicuramente entusiasmante, è innegabile dire che oggi fare il genitore è ancora più complesso di quanto lo fosse venti o trent’anni fa. I bambini e gli adolescenti, infatti, grazie ad internet ed alla tecnologia hanno accesso a un’infinità di informazioni e di possibilità: è proprio questo, però, che spaventa i genitori e che spesso li porta a controllare assiduamente il cellulare dei propri figli.
Sono tante le motivazioni dietro a questa abitudine, condivisa da molte mamme e da molti papà. Alcuni vogliono solo verificare che i propri figli non si infilino in situazioni pericolose, altri invece sono curiosi di scoprire quali sono le amicizie del proprio figlio e quali gli argomenti di cui discute con i suoi amici. Altri ancora, scaricano applicazioni sul proprio smartphone con le quali monitorano ventiquattr’ore su ventiquattro la posizione di proprio figlio, per sapere sempre dov’è. C’è però una questione da chiarire, quella della privacy: ecco tutto quello che c’è da sapere.
La legge che norma lo spiare le altre persone
Innanzitutto, partiamo con il dire che spiare qualsiasi altra persona è illegale a causa della violazione della sua riservatezza. Per la legge, quindi, è vietato violare il domicilio altrui, introducendosi in un luogo di privata dimora; effettuare l’accesso abusivo a un sistema informatico, ad esempio accedendo alla cartella e-mail di qualcun altro; rubare o leggere la corrispondenza altrui, che sia essa cartacea o elettronica e procurarsi anche notizie o immagini attinenti alla vita privata di altre persone mediante fotografie o videocamere, così come microspie.
In tutti questi casi, quindi, si sta commettendo un reato: questo non sussiste, però, nel caso in cui ci si trovi in un luogo pubblico o aperto al pubblico quindi vie, piazze, bar, ristoranti, cinema e ambienti di questo tipo. Allo stesso modo, pedinare una persona in un luogo pubblico o aperto al pubblico non è reato, sempre se questo non sfocia in atti di molestia: di conseguenza, i genitori che scaricano applicazioni per monitorare la posizione GPS di proprio figlio non commettono alcun reato.
Il pedinamento lo si può però considerare illegale nel momento in cui genera uno stato di ansia nella persona pedinata o arreca lui o lei disturbo. In questi casi, si può parlare di reato di stalking, se si ripete nel tempo e reato di molestia, se arreca disagio alla persona seguita.
Ecco la risposta: e i genitori che controllano i figli?
Secondo la Corte di Cassazione, i genitori che pedinano i propri figli seguendoli per strada, telefonandogli di continuo e controllando i loro contatti possono essere passibili di denuncia per stalking, poiché questo è un comportamento che si ripete nel tempo e che crea nel figlio sensazioni negative e pericolose per la sua crescita. Anche l’installazione di app e di cimici sul telefono dei propri figli per tenerli controllati non è giustificabile con l’amore genitoriale: in quanto individuo a sé stante, anche se minorenne, ogni figlio o figlia ha diritto alla propria riservatezza.
Riassumendo, quindi, non è reato il pedinare proprio figlio a distanza tramite applicazioni che rivelano la sua posizione ma è illegale intercettare i suoi messaggi o le sue telefonate, in uscita o in entrata. Se però, in casa, il genitore approfitta del telefono del figlio lasciato sul divano e sbircia qualcosa, questo non è un reato: si tratta di una condotta borderline che, anche secondo la giustizia, si può far passare. Ovviamente, però, è del tutto un reato il sottrarre a proprio figlio il cellulare facendo uso della violenza.
Al di là delle questioni legali, c’è da dire che leggere le chat di proprio figlio o pedinarlo può creare anche problemi relazionali, riferibili soprattutto alla presunta mancanza di fiducia nei propri confronti che il figlio percepisce nel genitore. Forse, quindi, è meglio lavorare sulla propria sensazione di fiducia nei confronti dei propri figli e sul mostrare loro i pericoli del web, affidandosi alla loro capacità di schivarli e di coltivare interessi e relazioni sane e proficue.