Sempre più coppie cullano il sogno di sposarsi fuori dall’Italia, ma cosa bisogna fare per celebrare un matrimonio all’estero?
Quando si è certi di aver trovato la persona con cui volete passare la vita e volete costruire la vostra famiglia, arriva prima o poi il momento di affrontare il passo che vi porterà ad una seconda fase della vostra vita, il matrimonio. Rispetto a qualche decennio fa il matrimonio non è più una condizione necessaria per creare un nucleo familiare, sia perché a livello legale ci sono maggiori tutele rispetto al passato sia perché socialmente è maggiormente accettata una coppia che decide esclusivamente di convivere.
Tuttavia il matrimonio continua a conservare dei vantaggi per gli sposi che vogliono costruire una famiglia, sia a livello economico che a livello giuridico. Inoltre questa istituzione possiede una fascinazione romantica alla quale molti non riescono a resistere. L’idea di celebrare e festeggiare il proprio amore e la decisione di condividere la propria vita con la persona amata davanti ad amici e parenti è vista da molti come un obiettivo e un’occasione da non perdere.
Una volta fatta la fatidica domanda e ricevuto il tanto agognato sì, comincia la fase organizzativa. Questo lasso di tempo che intercorre tra la proposta e la cerimonia può essere molto veloce oppure molto lungo, a seconda delle esigenze e delle disponibilità economiche della coppia. Alcuni infatti potrebbero voler organizzare il tutto senza aiuti economici da parte dei genitori e non è detto che abbiano lavori che consentano loro di pagare l’intero ammontare delle spese subito.
Solitamente per un matrimonio bisogna pagare la struttura in cui s’intende festeggiare il matrimonio, il catering, il fotografo, il fioraio, la band, le bomboniere, la location in cui s’intende celebrare il matrimonio se civile o diversa da una chiesa (anche in quel caso c’è un’offerta libera che però tanto libera non è). Poi ci sono i tempi tecnici per contattare tutti i professionisti necessari e far sì che gli invitati abbiano il tempo di organizzarsi. Nonché quelli del corso pre-matrimoniale se vi sposate in chiesa.
Già così l’organizzazione di un matrimonio è parecchio stressante. Gli sposi devono valutare le varie scelte da compiere, tenere conto delle esigenze di tutti gli invitati, dei tempi burocratici necessari per affiggere le pubblicazioni e poter finalmente unirsi in matrimonio. Per questo ci sono sposi che decidono di lasciare tutto nelle mani sapienti di un wedding planner che si occupi di tutti i dettagli e di tutte le necessità, sgravando gli sposi dello stress organizzativo.
In Italia c’è sempre stato il problema lavorativo e sempre una percentuale di giovani che lasciava il Paese per andare a cercare fortuna all’estero. In questi decenni sono cambiate le mete (prima erano Sud America, Stati Uniti e Francia, ora UK ed est Europa) e aumentate le percentuali di quelli che lasciano. Chiaramente una volta che questi giovani hanno costruito la propria vita all’estero potrebbero aver trovato la felicità con una persona che è nativa del luogo o che è italiana ma proviene da un’altra regione.
In questi casi gli sposi devono decidere dove celebrare le nozze. Nel caso in cui lo sposo (o la sposa) siano nativi del luogo in cui si risiede o provenga da una regione diversa d’Italia, si tende a preferire il luogo in cui si risiede. Questo per ragioni pratiche e anche in un certo senso per ragioni romantiche (far conoscere ad amici e parenti il luogo in cui è avvenuta la magia). Chiaramente questa decisione comporta alcune problematiche organizzative in più rispetto al classico matrimonio nella città di residenza dei due sposi.
Bisogna considerare infatti che non tutti possono affrontare un viaggio in aereo e non tutti hanno a disposizione più di un giorno per partecipare al matrimonio. Va inoltre considerata la questione economica, visto che i partecipanti devono affrontare una spesa maggiore rispetto al solito per sposarsi nel luogo in cui si terrà il matrimonio. Solitamente infatti la coppia di sposi provvede quantomeno a pagare l’alloggio a tutti.
Un altro aspetto che bisogna considerare è quello delle pratiche burocratiche da dover affrontare per un matrimonio all’estero. Innanzitutto i luoghi in cui gli italiani residenti all’estero si possono sposare sono i Consolati, l’Ambasciata italiana o le istituzioni civili locali del luogo di residenza. Altro aspetto fondamentale da considerare è l’iscrizione della coppia all’AIRE (Anagrafe per gli Italiani Residenti all’Estero).
Ottenuto il certificato dell’AIRE bisogna presentare al Consolato, all’Ambasciata o al Comune di residenza i seguenti documenti:
I residenti all’estero non sono gli unici italiani che decidono di sposarsi fuori dai confini nazionali. Da qualche tempo a questa parte si è diffusa infatti la moda del “Destination Wedding”, ovvero dell’organizzazione di un viaggio la cui finalità è proprio il matrimonio. C’è ad esempio chi sogna di sposarsi alle Maldive, chi di farlo in Francia o negli Stati Uniti e decide (possibilità economiche permettendo) di farlo invitando magari alla cerimonia solo le persone più importanti (genitori e amici stretti).
Si tratta di una moda molto diffusa negli USA che sta prendendo piede all’estero – sono tantissimi i turisti che decidono di sposarsi in Italia – e che comincia ad attrarre sempre più italiani. C’è da considerare però che per un matrimonio valido anche in Italia è necessario che a celebrare la cerimonia sia un italiano o sia un’autorità civile del Paese che avete scelto. In questo secondo caso, però, dovrete seguire le leggi del Paese ospitante ed è necessario che le leggi sul matrimonio non divergano da quelle italiane.
Onde evitare problematiche burocratiche, infatti, molti di quelli che decidono di sposarsi all’estero scelgono una cerimonia simbolica o una cerimonia religiosa per poi firmare i documenti che hanno valore legale solamente una volta tornati in Italia. Nel caso di cerimonia religiosa cattolica, infatti, la scelta di una chiesa all’estero non differisce troppo dalla scelta di una chiesa differente da quella di appartenenza. Dovrete fornire al parroco i certificati di Battesimo e Cresima, oltre all’attestato di frequenza al corso pre-matrimoniale.
Se già l’organizzazione di un matrimonio nella città natale può risultare stressante per una coppia, figuriamoci quanto possa esserlo all’estero. Per questa ragione è opportuno muoversi con un certo anticipo una volta scelta la meta del vostro viaggio-matrimonio. Il tempo minimo d’anticipo sulle date è di sei mesi. Con questo tempo a disposizione, grazie soprattutto alle tecnologie moderne (contattare fornitori via web è sicuramente più rapido e facile), dovreste riuscire a fare tutto.
Certo c’è il gap linguistico da colmare e anche l’impossibilità di conoscere chi si occupa di catering e matrimoni fuori dalla vostra città. Inoltre ci sono tutte le pratiche burocratiche di cui occuparsi, oltre all’organizzazione dello spostamento di massa. Dunque è sicuramente più agevole affidarsi a dei professionisti:
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