Forse non lo sai, ma stage e tirocinio non sono per nulla la stessa cosa. Tu sai quali sono le differenze tra i due? Facciamo chiarezza!
Una delle formule più comuni quando si cercano annunci di lavoro su LinkedIn o sulle piattaforme apposite è lo stage/tirocinio con possibilità di inserimento in seguito all’interno dell’azienda una volta ultimato questo grande periodo di prova. Insomma, lo stage sarebbe una fase preliminare e introduttiva prima dell’assunzione a tempo indeterminato, nel caso in cui ovviamente il rapporto di lavoro sia stato soddisfacente da ambo i lati.
Tuttavia, col tempo lo stage ha assunto sempre più i connotati di un collaudato escamotage per un ricambio sistematico, nonché certo, di personale per l’azienda. E così, fioccano gli annunci di stage/tirocinio full time a 600 euro al mese. Oltre alla condotta denunciata a più riprese da parte dei giovani che risultano essere o fin troppo qualificati per quella posizione o ancora inadatti perché si richiedono fin troppe hard e soft skills per un ruolo solo, la retribuzione è il vero problema.
Specialmente nei grandi centri urbani, il compenso previsto basta a stento per l’affitto (senza considerare le utenze) e le stesse. Insomma, siamo di fronte a una sorta di Hunger Games urban edition che non risparmia niente e nessuno.
Qual e il senso del lavoro oggi?
Motivo per cui il dibattito sul tema si è polarizzato al punto da non trovare un compromesso accettabile. Il senso del sacrificio a ogni costo non attrae più i giovani che hanno scoperto e non vogliono rinunciare alla sfera personale che ha lo stesso peso di quella professionale.
Insomma, non si vive di solo lavoro. Ma d’altro canto, pur rimanendo la maggior parte delle proposte poco allettanti e giustamente criticabili, il lavoro per certi versi sembra esser diventato un fregatura, una perdita di tempo che distrae dalle cose davvero importanti in questo mondo. Eppure, in due epoche molto differenti tra loro, c’è stato chi ha dato una chiave di lettura molto simile.
Nell’Antica Grecia, il poeta Esiodo aveva già parlato del lavoro come una necessità, l’unico mezzo che potesse avvicinare l’uomo alla giustizia, cioè a Zeus. In altre parole, il lavoro permetteva sì di avere una vita dignitosa, ma consentiva anche di elevarsi. E in un’ottica simile anche la frase passata alla storia di Charles Darwin “il lavoro nobilita l’uomo” ha una valenza tanto sociale quanto morale.
Non è tanto la professione in sé e per sé, ma il lavoro a nobilitare la persona. Già nell’Ottocento, infatti, si cominciava a definire la società industriale e complessa in cui viviamo oggigiorno, e così ben presto questa divenne una perfetta macchina a cui ognuno dava il suo contributo. Basta, rimuovere anche un piccolo pezzo per mandare in tilt l’intero ingranaggio. In altre parole, ogni lavoro è fondamentale e senza l’umanità sarebbe perduta, ecco perché ogni lavoro nobilita nel profondo l’uomo.
Questo senso un po’ si è perso oggi e si tende a considerare i lavori umili o “normali” alla stregua di un fallimento personale. Nel frattempo però è cambiato drasticamente il mondo del lavoro, sempre più precario, evanescente e frammentato e facendo leva proprio su questa confusione di fondo si tende a considerare la stessa stage e tirocinio. In realtà però non è così. Sapevi, infatti, che i contratti sono molto diversi e cambia quindi anche la retribuzione e il rapporto lavorativo col proprio datore?
Stage e tirocinio: tutto quello che c’è da sapere per scegliere consapevolmente
Partiamo da una premessa fondamentale: in entrambi i casi, si tratta di un percorso di formazione e specializzazione pensato proprio per l’inserimento nel mondo del lavoro. Diciamo quindi come si tratti di un rapporto ibrido tra apprendimento e professione, così da capire i trucchi del mestiere proprio mentre si lavora e si può fare quindi pratica.
La differenza più importante di tutte, però, come dicevamo prima riguarda proprio il “contratto“. Nel caso di uno stage, infatti, il rapporto col datore di lavoro è volontario. Può essere lo stagista quindi a decidere se e quando farlo, a differenza del tirocinio che è obbligatorio durante il percorso universitario per il conseguimento della laurea e che può variare in base al corso di studi.
Esistono poi i cosiddetti tirocini extracurriculari post lauream, specialmente per chi dopo la laurea magistrale o magistrale a ciclo unico intende esercitare la professione per cui ha studiato, e si possono svolgere entro un anno dal titolo conseguito. In questo caso, il tirocinio extracurriculare prevede anche un rimborso spese minimo di 300 euro lordi e l’azienda può anche decidere di fornire altri benefit come i buoni pasto e si può considerare anche uno stage proprio perché è prevista una retribuzione.
Proprio la retribuzione però è una zona grigia. Il compenso minimo, infatti, è sì di 300 euro o anche più, ma solo in caso di partecipazione minima dell’80% rispetto al monte ore su base mensile. Ma molto varia da Regione a Regione. Proprio perché non c’è un vero e proprio contratto nazionale del lavoro a cui appellarsi, tutto è estremamente variabile e interpretabile.
Di norma, però, lo stagista avrebbe diritto a un compenso non inferiore ai 500 euro – da dividere tra datore di lavoro e Regione – che si configura più come un rimborso spese. Ma non solo. Lo stage deve essere sempre retribuito per legge. Motivo per cui chi non rispetta la normativa, in realtà sta compiendo un reato con tanto di sanzione amministrativa compresa tra 1.000 e 6.000 euro.
Le differenze sostanziali da tenere bene in mente
Come dicevamo prima però, la formula dello stage è spesso abusata dalle aziende proprio per avere un ricambio continuo di personale a basso costo e finanziata in parte dalla Regione. Insomma, non è sempre semplice delineare i contorni dei rapporti lavorativi in essere tra giovani – e anche meno giovani – e datori di lavoro.
Ci sono però delle differenze sostanziali da tenere bene in mente. Per quanto riguarda lo stage, questo può essere:
- Formativo e di orientamento (durata massima 6 mesi);
- Di inserimento e reinserimento al lavoro (durata massima 12 mesi);
- A favore dei soggetti svantaggiati (durata massima di 12 mesi, ma possono diventare 24 per le persone disabili);
Per quanto riguarda, invece, i tirocini si possono suddividere in:
- Curriculari, obbligatori e inseriti nel percorso formativo universitario;
- Extracurriculari e facoltativi alla stregua dello stage;
- Praticantati obbligatori per alcune professioni (avvocato o giornalista professionista);
- Formativi attivi per l’abilitazione all’insegnamento con esame finale (i TFA);
Quanto guadagna uno stagista? Vediamolo insieme Regione per Regione
Come dicevamo prima, il compenso dello stagista varia da Regione a Regione, motivo per cui non tutti guadagnano allo stesso modo. Ma quanto differisce quest’indennità di partecipazione da Nord a Sud? Partiamo dalla prima Regione, tenendo bene in mente come la retribuzione scenda proporzionalmente, o può anche azzerarsi del tutto, nel caso in cui non si rispetti il monte ore mensile concordato con l’azienda.
Valle d’Aosta: compenso minimo di 600 euro per uno stage full time di 40 ore settimanali che scende a 300 per un part time a 20 ore.
Lombardia: importo minimo di 500 euro. Lo stagista però può guadagnare anche 400 euro, nel caso in cui vengano corrisposti i buoni pasto o possa accedere alla mensa aziendale. Il part time, invece, è di 350 euro.
Piemonte: indennità minima di 600 euro per uno stage full time di 40 ore settimanali. Nel caso di un part time, si dimezza l’importo a 300 euro.
Trentino Alto Adige: nella Provincia autonoma di Trento l’indennità va da un minimo di 300 a un massimo di 600 euro. In quella di Bolzano per un full time la paga è di 4 euro per i maggiorenni e 3 per i minorenni. Ma non solo. È prevista una maggiorazione di 1,50 euro l’ora se la sede del tirocinio è fuori dal Comune di residenza o domicilio.
Veneto: compenso minimo 450 euro ma che può scendere anche a 350 con i buoni pasto o l’accesso alla mensa aziendale.
Liguria: l’indennità minima è di 500 euro per un full time. Ma si può anche optare per la formula 400 euro con un rimborso spese di almeno 100 euro.
Friuli Venezia Giulia: il compenso varia da un minimo di 400 euro per un quasi full time a 30 ore settimanali a un massimo di 500 euro per un full time vero e proprio di 40 ore. Ma non solo. Se lo stage si svolge per un ente della Pubblica amministrazione, l’importo sale a 800 euro.
Emilia Romagna: importo minimo di 450 euro mensili.
Toscana: l’indennità minima di 500 euro mensili.
Lazio: Sono previsti 800 euro mensili per una frequenza minima del 70% delle ore previste in un mese.
Campania: il compenso minimo non può scendere per legge sotto i 500 euro.
Marche: l’indennità non scende mai sotto i 400 euro, tuttavia se lo stage è di almeno 30 ore settimanali, il compenso minimo è di 500 euro.
Umbria: per gli stage full time lo stagista ha diritto a un compenso minimo di 450 euro.
Abruzzo: compenso minimo di 500 euro mensili.
Basilicata: l’indennità mensile per il tirocinante è di almeno 600 euro.
Molise: Nel caso di un part time per un tirocinio formativo, l’importo minimo è di 300 euro per un impegno di massimo 20 ore a settimana. Se, invece, lo stage si articola in 30 ore settimanali, il compenso aumenta proporzionalmente per una cifra pari a 450 euro mensili. in caso d’impegno fino a un massimo di 30 ore settimanali. Invece, per i tirocini d’inserimento e reinserimento lo stagista può guadagnare 400 euro per il part time e 600 euro per il full time.
Puglia: È prevista per lo stagista in questo caso un’indennità forfettaria di almeno 450 euro al mese.
Calabria: l’indennità minima è di 400 euro al mese che si eroga per intero solo con una frequenza minima del 70% delle ore su base mensile.
Sicilia: in questo caso, l’importo mensile massimo è di 500 euro.
Sardegna: il compenso massimo è di 600 euro d’indennità massima ed è garantita anche se lo stagista usufruisca di ammortizzatori sociali.