Nel corso del 2023 i lavoratori dipendenti (del settore pubblico e di quello privato) riceveranno buste paga più alte.
Non si tratta (purtroppo) di un aumento di salario ma di uno sconto fiscale che permetterà di pagare meno tasse e quindi ritrovarsi con un introito netto maggiore sia a fine mese sia, ovviamente, alla fine dell’anno.
Il bonus fiscale contributi 2023 riprende e replica in maniera pressoché identica una misura fiscale a favore dei lavoratori dipendenti che era già stata introdotta l’anno scorso con ottimi risultati. Il bonus sarà calcolato automaticamente in busta paga, quindi i lavoratori non dovranno attivarsi per riceverlo (per esempio inserendo il proprio nominativo in una lista o facendo domanda), dovranno soltanto rientrare in specifiche fasce di reddito.
In questo insieme di buone notizie soltanto un dato potrebbe far pensare a un controsenso: dal momento che il bonus contributi si calcola in percentuale sullo stipendio, chi riceve uno stipendio più alto si troverà a risparmiare di più, mentre chi riceve uno stipendio inferiore si ritroverà ad aver risparmiato meno soldi alla fine del mese.
Come funziona il bonus contributi e chi lo riceverà
Il requisito fiscale per ricevere il bonus contributi in busta paga consiste nell’avere un salario mensile pari o inferiore a 2.692 Euro. Coloro che ricevono ogni mese un salario che non sfonda il tetto dei 2.692 Euro riceverà un bonus contributi pari al 2% dello stipendio. Per fare un esempio concreto, se un lavoratore percepisse esattamente 2.000 Euro al mese, il suo bonus contributi sarebbe pari a 40 Euro mensili, con un risparmio annuo di 480 Euro. Fortunatamente la percentuale del bonus fiscale sale al 3% per coloro che percepiscono uno stipendio pari o inferiore a 1.923 Euro, quindi chi percepisse 1.500 Euro al mese risparmierà 45 Euro al mese per un risparmio annuo di 540 Euro.
Vale la pena specificare che questo bonus non intacca l’accumulo di anni di contributi, che continueranno a essere versati regolarmente. La quota risparmiata dal lavoratore infatti sarà pagata dalle aziende e dallo stato. Le aziende del settore pubblico pagheranno di tasca propria il 24,20% della quota contributi risparmiata dal lavoratore, mentre le aziende del settore privato ne pagheranno il 23,81%.
Sulla base dei dati relativi all’anno scorso si può affermare che lo sgravio fiscale dei contributi ha portato a un aumento in busta paga di massimo 700 Euro all’anno per i (molti) lavoratori che si trovano nella fascia di reddito compresa tra i 1.923 Euro e i 2.692 Euro all’anno.