Capita a tutti di attraversare periodi di forte stress, ansia e preoccupazione. Per superarli il più agevolmente possibile serve una strategia mirata.
Certi traumi psicologici sono indelebili e possono rivelarsi assai difficili da gestire. Si parla in questi casi di “disturbo post-traumatico da stress”, una condizione che affligge chi ha vissuto sulla propria pelle situazioni estreme e ne porta i segni a lungo nella propria mente.
“La gran parte di persone che subiscono un trauma fisico, se non riportano conseguenze definitive o disabilità, dimenticano l’accaduto o ne parlano con disinvoltura” ha spiegato Franco Marzullo, specialista in psichiatria, nel corso di un convegno che si è svolto alla Casa di cura Città di Parma. “Statisticamente 1 persona su 100 invece riporta un trauma psicologico che non riesce a superare per mesi o anni. Tra questi le donne hanno una prevalenza doppia dei maschi e le donne che hanno subito violenze sessuali incorrono nel 50% dei casi in un trauma psicologico persistente”.
La risposta giusta a un eccesso di stress
La recente pandemia di Covid-19 ha sortito questo effetto su molte persone. E cosa accade a chi non riesce a superare il trauma? Ricordi spiacevoli, flashback vividi che si accompagnano a reazioni fisiologiche come sudorazione, palpitazione, capogiri. Il soggetto interessato di solito fa di tutto per evitare di pensare a tutto ciò che si ricollega al trauma e trovare il modo di distrarsi, in casi estremi ricorrendo anche all’alcol e ad altre sostanze che gli diano l’illusione di placare la sofferenza.
Qual è dunque il metodo giusto per affrontare il Disturbo post traumatico da stress? Secondo Maria Teresa Gaggiotti psicologa e psicoterapeuta dell’Ausl di Parma, le persone che si rivolgono ai medici curare questo disturbo non devono ricevere risposte superficiali e affrettate: è fondamentale un’accoglienza partecipe e l’ascolto attento dei bisogni e dell’intensità della sofferenza.
Per quanto riguarda il trattamento, ci sono diversi orientamenti psicoterapici: alcuni terapeuti ricorrono a tecniche cognitivo-comportamentali come quelle focalizzate sul trauma, o di esposizione prolungata, o ancora in gruppo. Molti pazienti, tuttavia, temono di rivivere troppo dolorosamente l’esperienza traumatica e potrebbero preferire un terapeuta psicodinamico, con il quale poter effettuare l’analisi dei meccanismi di difesa, delle relazioni passate e dei meccanismi inconsci.
Solo nei casi più gravi – con sintomi depressivi, ansia, insonnia, pensieri pessimistici e autosoppressivi che diventano insopportabili – è necessaria la prescrizione di farmaci antidepressivi serotoninergici ed eventualmente ansiolitici.