È una sensazione abbastanza spiacevole quella che prende al ritorno dalle vacanze, ci si sente spossati senza alcun motivo apparente
In realtà una ragione c’è ed è abbastanza comune: è la sindrome da stress per il rientro e i disturbi a essa associati possono far valere i loro effetti anche per due settimane. Il nostro corpo fa fatica a riabituarsi ai ritmi della vita quotidiana, tra gli impegni di lavoro e quelli famigliari.
Tutte le situazioni che ricerchiamo in vacanza inoltre sono fonti di benessere, come spiega ai microfoni di Nuovo, Sira Sebastianelli, psicologa e psicoterapeuta romana: “Quando si è in ferie, di solito trascorri più tempo all’aria aperta. Si è più attivi, sempre in cerca di situazioni divertenti”. Il cervello proprio in quei momenti rilascia endorfine e serotonine, i celeberrimi ormoni della ‘felicità’.
Le sostanze vengono ‘emesse’ negli attimi di spensieratezza e gioia. C’è un modo per non vanificare gli effetti benefici dello staccare la spina, con alcuni accorgimenti si possono prolungare ancora per qualche tempo. Non c’è bisogno di abbattersi perché le ferie sono finite, cedere alla depressione post-vacanza è l’atteggiamento sbagliato, farsi buttare giù dal ritorno alla vita di sempre innesca un circolo vizioso di irrequietezza e malinconia dal quale è difficilissimo uscire.
Il consiglio degli esperti è quello di non affrontare il cambiamento di scenario in modo repentino ma graduale, come sottolinea Sebastianelli: “Agendo diversamente si va incontro a una sottrazione immediata di tutto quello che ti dava gioia, con conseguente abbassamento della qualità dell’umore”. In più bisogna ricordare di tenere le aspettative al minimo perché al nostro ritorno le situazioni fonti di stress non saranno certo migliorate, per esempio è inutile sperare che il traffico sia magicamente sparito.
La strategia migliore è quella di tornare nel nostro habitat tradizionale con qualche giorno di anticipo, per far riabituare il corpo alla quotidianità abbandonata. A quel punto sarà più semplice organizzare le giornate prima del rientro, il programma dovrà contenere tutte quelle attività che ci hanno dato serenità altrove. Una volta ripreso possesso delle abitudini poi basterà attuare piccoli accorgimenti per soffrire il meno possibile: tra questi il più importante è aumentare le interazioni sociali con amici, familiari e colleghi. Scambiare opinioni, distrarsi, alleggerire la mente in compagnia di altre persone potrebbe essere la chiave per non pensarci troppo su.
Non solo: “Sfruttare le giornate serene per passeggiare all’aperto, la luce del sole è infatti un antidepressivo naturale. E durante le camminate fare sempre attenzione al respiro: se troppo accelerato bisogna concentrarsi per rallentarlo e lasciare andare le tensioni”, riattivare la circolazione permette a organi e tessuti di rigenerarsi, donando una sensazione di benessere anche mentale.
Attenzione poi a riequilibrare il quantitativo di ore di sonno da concedersi, visto che in vacanza si tende a sfruttare anche le ore della notte svegliandosi più tardi al mattino – o viceversa. Spostiamo progressivamente le lancette della sveglia fino all’orario consueto, discorso rivolto soprattutto a quelli che il professor Luigi Ferini Strambi (del Centro di Medicina del sonno dell’Ospedale San Raffaele di Milano) chiama gufi: “Fanno fatica a essere attivi al mattino mentre al pomeriggio e alla sera riacquistano forze. Non come le allodole, che non hanno problemi a svegliarsi presto e ingranare subito la marcia”.
Ovviamente ci sono regole per ripristinare il corretto ciclo sonno-veglia che vanno seguite sempre gradualmente. Per questo torna utile il discorso dell’inizio, quello di anticipare il rientro a casa. Con questi trucchetti si evitano disturbi abbastanza comuni come cattivo umore, frequenti mal di testa e stanchezza persistente.
Partiamo proprio dall’orario in cui si va a dormire e quello a cui ci si sveglia: deve essere sempre costante, cerchiamo di settare i due momenti sempre alla stessa ora. Poi una volta sotto le lenzuola non inondiamo la stanza di luci superflue ma prediligiamo il buio completo, è proprio la luce che ostacola il rilascio di melatonina nell’organismo – l’ormone del sonno. Vietati anche i dispositivi elettronici per lo stesso motivo – la luce blu è ancora più dannosa.
Sconsigliata l’attività fisica dopo le 19 perché potrebbe portare a difficoltà nel prendere sonno, meglio anticipare la corsetta serale ma anche la cena: bisogna far passare almeno due ore dall’ultimo pasto al momento di coricarsi. E come sottolineato dal neurologo, mai alzare la temperatura del corpo con un bagno caldo, che è rilassante solo sul momento: “È controproducente perché per dormire bene il corpo ha bisogno di abbassare la temperatura, non di alzarla”.
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