Chi ha bisogno del passaporto farebbe bene a richiederlo con largo anticipo: attese superiori ai 7 mesi in alcune città.
Il passaporto è uno dei documenti più importanti che possiamo avere. Oltre ad essere un documento di identità ufficiale, è anche la chiave per l’accesso a un mondo di opportunità e avventure. È indispensabile averlo pronto quando serve, sopratutto perché le pratiche per farlo non sono per niente veloci.
In questo preciso momento, dall’inizio del 2023, ottenere il passaporto è diventata una vera e propria odissea. In passato, quando le cose funzionavano normalmente, per fare un passaporto un cittadino impiegava dai 15 ai 30 giorni lavorativi. Negli ultimi mesi, questi tempi sono invece incredibilmente dilatati: in alcuni casi si parla di mesi.
Questa assurda situazione si protrae dalla fine dell’anno scorso. Fino ai primi mesi del 2023, i ritardi nell’emissione dei passaporti erano limitati alle medie e piccole città. In comuni più piccoli, a causa dell’alta domanda, era spesso necessario attendere fino a otto mesi. A partire dalla primavera, però, il problema ha cominciato a presentarsi praticamente ovunque in Italia, anche nelle grandi città.
Per dare un’idea della portata del problema, negli ultimi uffici della questura di Torino hanno organizzato dei turni di apertura straordinaria per smaltire le tantissime domande di rilascio accumulate. Dall’inizio dell’anno, sono state quattro le aperture eccezionali organizzate per cercare di far fronte al problema. E non sono comunque state sufficienti per risolvere il problema.
Anche i canali telematici per la richiesta del passaporto sono stati al centro di numerosi episodi di disservizio: in alcuni giorni, quando si cerca di entrare nel portale online delle questure, il sito si blocca al momento della prenotazione dell’appuntamento o appare totalmente offline.
All’inizio dello scorso febbraio, il governo aveva parlato del problema, anche a seguito di due interrogazioni parlamentari, e aveva affermato di essere pronto a intervenire per risolvere il problema. A mesi di distanza, però, la situazione non sembra essere particolarmente migliorata.
Secondo quanto affermato dai vari funzionari pubblici, la causa principale di questa situazione risiede in un aumento anormale delle richieste di rilascio dei passaporti. Dopo la pandemia, infatti, molti cittadini hanno deciso di dotarsi di questo documento, forse a causa di un rinnovato interesse a viaggiare. A questa richiesta straordinaria si sono accumulati tutti i ritardi dei 3 anni di stop, sempre a causa alla pandemia.
Un’ultima causa, seppur marginale, potrebbe essere la necessità di far il passaporto in vista dei cambiamenti introdotti dalla Brexit. Molti cittadini italiani che hanno rapporti di qualsiasi tipo in Regno Unito hanno una improvvisa necessità di usare il passaporto anche per andare lì. A questo si aggiungono anche i processi relativi alle nuove cittadinanze, che richiedono proprio il rilascio come primo atto.
La Polizia ha dichiarato che in tutto il 2022 sono stati rilasciati 2,5 milioni di passaporti e nei primi mesi del 2023 quasi mezzo milione.
All’inizio di marzo, sia il Ministro dell’Interno Piantedosi che la Ministra del Turismo Santanché avevano annunciato delle “task force” e avevano incoraggiato il ricorso agli “open day“, giorni di apertura straordinaria come quelli di cui si è parlato all’inizio dell’articolo. Vedendo lo stato attuale delle cose, però, non sembra che queste iniziative abbiano avuto il successo sperato.
Considerando il protrarsi del disagio, l’associazione dei consumatori Altroconsumo aveva avviato nei mesi scorsi un’inchiesta per far luce sulla situazione. Nei giorni scorsi ha pubblicato i risultati dell’indagine, affermando che l’attesa per ottenere il passaporto si è ulteriormente aggravata in diverse città italiane.
L’indagine è stata condotta su 12 grandi città e ha rivelato che in alcuni casi non è possibile nemmeno ottenere un appuntamento presso le questure. Nei casi in cui sia possibile prenotare, i tempi di attesa sono lunghi, arrivando fino a sette mesi a Bolzano e cinque mesi ad Ancona.
In sei città, tra cui Bari, Bologna, Genova, Padova, Torino e Milano, la piattaforma ministeriale mostra un elenco di “non disponibile” per tutte le date possibili al momento della prenotazione. La piattaforma offre la possibilità di recarsi in una provincia vicina, ma questo è scomodo per molti cittadini e non è sicuramente una soluzione strutturale al problema.
Il Dipartimento per la Pubblica sicurezza ha risposto a questa inchiesta affermando che i problemi sono dovuti principalmente alla piattaforma online di prenotazione degli appuntamenti. Ricorda quindi ai cittadini che quella online è solo una delle modalità possibili per prendere l’appuntamento e che possibile, ad esempio, recarsi fisicamente agli sportelli dedicati per prendere appuntamento. Secondo i portavoce del Dipartimento, in questo modo si potrebbe ovviare il problema.
Queste dichiarazioni del Dipartimento hanno ricevuto molte critiche da esponenti politici e cittadini perché non solo non corrispondono al vero (recarsi di persona agli sportelli non risolve il problema), ma risultano anche fuori luogo in un momento in cui la digitalizzazione dovrebbe essere lo strumento per velocizzare questo tipo di processi. A detta del Dipartimento, invece, gli strumenti digitali starebbero rallentando il tutto.
Sulla questione è intervenuto in questi giorni anche il Ministero dell’Interno, che ha consigliato il ricorso alla procedura per pratiche urgenti ai cittadini in difficoltà e con forte urgenza di ottenere il passaporto. Nel frattempo, alcuni parlamentari di opposizione hanno presentato un’ulteriore interrogazione parlamentare.
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