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Economia

Stangata sui conti correnti: la tassa che non tutti conoscono ma esiste un modo per non pagarla

Non molti forse sanno che sui conti correnti c’è una tassa da pagare. Meno ancora sono quelli che conoscono il metodo per evitarla.

Tra inflazione e carovita che si “mangiano” i risparmi delle famiglie italiane “parcheggiati” in banca, poter fare a meno di una tassa in più da pagare di certo non può che fare piacere.

Tassa sui conti correnti: come evitare di pagarla – grantennistoscana.it

Due crisi una dietro l’altra, prima la pandemia poi la guerra tra Russia e Ucraina, hanno fatto impennare il costo della vita. Spingendo sempre più persone a depositare denaro sul conto corrente.

Quello che forse non si sa è che quando la liquidità sul conto supera una determinata soglia si paga una tassa. Lo sapevi? Se non ne hai mai sentito parlare ti conviene proseguire nella lettura. Non solo per sapere se ti tocca pagarla, ma anche per capire come evitare di continuare a versare soldi per farlo.

Quali tasse dobbiamo pagare sui conti correnti

Che tassa dobbiamo pagare sul conto corrente bancario? Quando scatta e a quanto ammonta? Tutte domande più che legittime, alle quali cercheremo di dare una risposta.

Questa tassa da pagare non è niente altro che l’imposta di bollo sui conti correnti. In realtà le tasse che siamo costretti a pagare su un conto corrente sono sostanzialmente di due tipi:

  • Imposta di bollo;
  • Ritenuta fiscale sugli interessi creditori maturati.

Eventualmente c’è anche da pagare l’imposta di bollo sul deposito titoli che può essere associato, come servizio aggiuntivo, a un conto corrente bancario.

Quando scatta e a quanto ammonta l’imposta di bollo sul conto corrente

Si cominciano a pagare le imposte sui conti correnti quando la giacenza media supera i 5 mila euro. Ne consegue che chi sul conto ha un saldo medio annuale inferiore ai 5 mila euro si vedrà esentare dal pagamento dell’imposta di bollo.

Ma a quanto ammonta l’imposta di bollo? Esattamente a 34,20 euro all’anno per le persone fisiche, cifra che rappresenta l’ammontare totale delle tasse sui conti correnti con più di 5 mila euro di giacenza. Più elevato invece l’importo dell’imposta di bollo nel caso delle persone giuridiche, per le quali invece l’imposta da pagare annualmente ammonta a 100 euro.

Come si calcola la giacenza media del conto corrente

Come si fa a calcolare il valore medio di giacenza per vedere se supera o meno i 5 mila euro? Bisogna sommare i saldi giornalieri del conto corrente, dividendoli poi per il numero dei giorni di rendicontazione o di detenzione del rapporto. Infine si va a ponderare la giacenza media di ciascun rapporto per la quota di detenzione (ad esempio il conto corrente cointestato).

Altra cosa da sapere è che in caso di più rapporti di conto corrente o libretti di risparmio intestati a uno stesso soggetto, l’imposta di bollo si applica facendo riferimento a ciascun rapporto. In occasione di ogni estratto o rendiconto va verificata la giacenza complessiva del cliente, che deve essere riferita al periodo rendicontato.

L’imposta di bollo scatta se la giacenza media sul conto supera i 5 mila euro – grantennistoscana.it

Se dalla verifica risulta che la giacenza complessiva dei conti e dei libretti intestati al medesimo soggetto supera la soglia dei 5 mila euro bisogna applicare l’imposta di bollo riferita a tutti i rapporti di conto corrente e ai libretti di risparmio intestati al medesimo soggetto.

E per pagare l’imposta di bollo come si fa? Se ne incarica l’istituto di credito prelevando la somma corrispondente direttamente dal nostro conto corrente. Nella gran parte dei casi l’imposta è addebitata a cadenza trimestrale (dunque pari a 8,55 euro a trimestre).

Possiamo evitare di pagare le tasse anche se sul conto abbiamo più di 5 mila euro?

Ci sono conti dove l’imposta di bollo non si paga. O, meglio, è la banca che se ne fa carico saldandola senza addebitarla all’utente. Evitando così di far gravare sul suo patrimonio un’ulteriore spesa oltre a quelle per le commissioni (senza contare la lenta e quasi invisibile erosione quotidiana da parte dell’inflazione).

Dunque per evitare il pagamento dell’imposta di bollo si può optare per l’apertura di un conto corrente a zero spese, trasferendo lì una parte del nostro patrimonio. Oppure si può investire la parte del patrimonio che eccede la soglia dei 5 mila euro che fa scattare l’imposta di bollo.

Come si fa a non pagare l’imposta di bollo sul conto corrente? – grantennistoscana.it

Ma c’è anche chi non paga l’imposta di bollo anche nel caso in cui la giacenza media del conto superi i 5 mila euro. Di chi si tratta? Sostanzialmente di tutti quei soggetti che hanno un ISEE inferiore ai 7.500 euro. Sotto questa soglia scatta l’esenzione dall’imposta di bollo. Stesso discorso anche per i titolari del cosiddetto Conto Base, cioè il conto corrente gratuito a cui possono accedere tutti quelli che hanno un ISEE annuo in corso di validità al di sotto della cifra di 11.600 euro (che diventano 18 mila euro per i pensionati).

Sono esentati dall’imposta di bollo anche i soggetti giuridici con conti aperti con gli enti gestori e i Confidi. Si tratta delle organizzazioni no-profit a carattere associativo o costituite da PMI (piccole-medie imprese) unitesi per facilitare ad alcune categorie di soggetti la possibilità di avere accesso al credito finanziario.

Quanti soldi hanno depositato gli italiani sui conti correnti?

Da tempo i risparmi degli italiani parcheggiati sui conti correnti sono erosi dall’inflazione. Una recentissima analisi della Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani) ha evidenziato come inflazione e carovita si “mangino” i conti correnti delle famiglie italiane.

A dicembre 2021, sottolinea il rapporto dei bancari italiani, il saldo complessivo di depositi e conti correnti ammontava a 2.076,8 miliardi di euro. Ma un anno dopo, a dicembre 2022, era già calato a 2.065,5 miliardi di euro. Per poi scendere ancora, alla fine del primo trimestre 2023, a circa 2.000 miliardi scarsi.

Alla fine del mese di marzo la contrazione dei depositi delle famiglie italiane è stata del 2,14%, finendo per raggiungere il valore di 1.149 miliardi di euro. Per le imprese invece il calo è stato del 7,56%, coi depositi attestatisi a 390 miliardi di euro scarsi. In pratica tra dicembre 2021 e marzo 2023 le giacenze sui conti correnti bancari degli italiani sono “dimagrite” di 61 miliardi di euro.

Emiliano Fumaneri

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