Il futuro del Superbonus 110 sembra ormai segnato e la sua cancellazione è sempre più probabile. Esistono però anche delle misure alternative
In questi giorni, il Superbonus è di nuovo al centro della cronaca nazionale a causa di un’affermazione del Primo Ministro Giorgia Meloni. Nella recente sessione del Consiglio dei ministri, la premier ha dichiarato che il Superbonus 110% rappresenta “la più grande truffa ai danni dello Stato“.
Il suo Governo sostiene da sempre la necessità di una profonda riforma dei bonus per la casa e ora, con la prossima legge di bilancio, questa riforma sembra proprio che avverrà. Secondo le ultime stime, il danno erariale finale per lo Stato sarà di 12 miliardi di euro. E l’attuale Governo non ha intenzione di continuare a elargire soldi in questo modo.
Secondo il rapporto di luglio, il Superbonus ha significato per lo Stato una spesa totale di 74,2 miliardi di euro, senza contare i lavori in corso e che non hanno ancora presentato documenti alle istituzioni. La previsione iniziale di spesa, secondo quanto stabilito dall’allora presidente Giuseppe Conte, era di “soli” 33,6 miliardi.
Da quando il Superbonus è stato presentato, nel decreto Rilancio del 2020, molte cose sono però cambiate. Ad esempio, all’inizio non era previsto che si potessero ottenere agevolazioni anche sui lavori delle seconde case, mentre poi è stato possibile. Poi è stato esteso anche il limite temporale, inizialmente previsto per il 31 dicembre 2021.
Un’altra accusa che viene mossa al Superbonus è quella di essere una misura che ha favorito poche persone che, per di più, non ne avevano estremamente bisogno.
Le dichiarazioni della premier stanno già creando molta preoccupazione nel settore, soprattutto in chi i lavori li ha già iniziati ma deve ancora ultimarli. Se nella prossima legge di bilancio i fondi per il Superbonus non saranno riconfermati (e sembra questa l’intenzione della premier), i cittadini dovranno sborsare ingenti somme di denaro di tasca propria.
Chi invece deve ancora iniziare i lavori, può contare su un’altra serie di bonus alternativi. Vediamo nel dettaglio qual è la situazione dei bonus in questo momento.
Quello che ha fatto Giorgia Meloni con la sua dichiarazione è sostanzialmente annunciare la fine del Superbonus 110. Già nei mesi scorsi questa misura aveva subito diverse revisioni ed era diventato particolarmente difficoltoso per i cittadini accedere ai fondi per rinnovare le loro case. Tuttavia, esistono altre opzioni per la ristrutturazione domestica.
Questa misura è già stata estesa fino al 2024 e copre il 50% delle spese sostenute per lavori di manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, con un tetto massimo di 96.000 euro per unità abitativa.
Questo beneficio fiscale può essere utilizzato per sostituire tetto, serramenti esterni e persiane, e copre anche modifiche ai materiali o al tipo di infissi utilizzati.
Questo bonus offre detrazioni fiscali per i lavori di miglioramento della sicurezza sismica di un edificio. Può essere richiesto fino al 31 dicembre 2024 e la percentuale della detrazione varia dal 50 all’85%, in base a determinati criteri e al tipo di lavori effettuati. Anche in questo caso, il governo potrebbe estendere la scadenza o apportare cambiamenti significativi.
Questo incentivo fornisce una detrazione del 75% e rimarrà in vigore fino al 2025. Copre una parte delle spese sostenute per eliminare ostacoli fisici all’interno degli edifici e si applica anche alla sostituzione delle finestre in condomini, purché la sostituzione abbia lo stesso scopo.
L’Ecobonus, valido fino alla fine del 2024, offre detrazioni fiscali del 50% o 65%, a seconda del tipo di lavoro. Gli interventi che è possibile coprire con questo bonus riguardano l’efficienza energetica, come l’isolamento termico, la sostituzione di pavimenti e finestre, l’installazione di pannelli solari o la modernizzazione degli impianti di riscaldamento.
Le spese massime ammissibili per ciascuna unità immobiliare sono di 60.000 euro e è necessario inviare una descrizione dettagliata dei lavori all’ENEA entro 90 giorni dalla loro conclusione.
Dopo il 2024, la detrazione scenderà al 36%, con un limite di 48.000 euro di spesa per unità abitativa. Inoltre, l’Ecobonus sarà riservato alle fasce di reddito più basse.
Anche per acquistare nuovi mobili esiste un bonus specifico, attivo al momento fino al 2024. Questa misura è riservata ai proprietari che stanno effettuando ristrutturazioni e offre una detrazione IRPEF del 50%, calcolata su un massimo di 8.000 euro per il 2023 e 5.000 euro per il 2024. Le modalità di pagamento sono specifiche e tutte le ricevute e le fatture devono essere conservate per poter accedere al bonus.
Il cosiddetto bonus verde, o bonus giardino, offre una detrazione IRPEF del 36% sulle spese sostenute per la cura e la manutenzione degli spazi verdi fino al 31 dicembre 2023, con un tetto massimo di 5.000 euro per unità abitativa. Questa detrazione può essere moltiplicata per il numero delle unità immobiliari in un condominio, aumentando significativamente il beneficio complessivo.
Infine, c’è un’ultima possibilità di accedere al Superbonus, ma saranno in pochi a poterla cogliere. Secondo la legge 6/2023, il Superbonus sarà attivo fino alla fine del 2023. Questa nuova versione della misura copre il 90% delle spese sostenute per le abitazioni dei cittadini.
Questa volta, però, ci sarà un limite di reddito molto stringente per accedere all’agevolazione: un reddito non superiore a 15.000 euro. Ci sono alcune condizioni specifiche da rispettare, come il fatto che la casa per la quale si chiede il bonus deve essere l’abitazione principale e che i limiti di reddito variano in base al numero di componenti del nucleo familiare.
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