Al via i controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate per quanto riguarda il Superbonus. E molti già iniziano a tremare.
Il Superbonus torna a far parlare di sé. Sono iniziati i controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate e per molti italiani le conseguenze potrebbero essere davvero molto pesanti.
Il Superbonus torna ad essere al centro della scena. Anzi: forse non ha mai smesso di esserlo visto il polverone che si è alzato all’indomani della decisione del Governo Meloni di abolirlo. Questa misura, nata in casa Cinque Stelle, ha permesso ad interi condomini di essere ristrutturati con un’agevolazione pari al 110% di quanto speso. Un sussidio unico. Piccolo particolare: in due anni è costato allo Stato circa 120 miliardi di euro. Un’ipoteca sul futuro dei giovani che dovranno fare i conti con un debito pubblico sempre più alto.
Ma non è tutto: molto spesso i sussidi nascono con le migliori intenzioni per aiutare chi davvero ne ha bisogno ma poi diventano terreno fertile su cui costruire le truffe più ingegnose. È stato così per il Reddito di Cittadinanza e anche il Superbonus è stata un’opportunità imperdibile per non pochi truffatori, esperti conoscitori del settore immobiliare ed edilizio.
Per fortuna o purtroppo sono partiti i controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. Lo scopo è verificare che non ci siano state truffe ai danni dello Stato. I profili a rischio sono diversi e sotto diversi aspetti. Analizziamo nel dettaglio che cosa potrebbe accadere a chi ha beneficiato del Superbonus 110% senza averne diritto.
L’Agenzia delle Entrate, nello specifico, verifica 3 cose:
In particolare l’Agenzia delle Entrate vuole approfondire quelle situazioni in cui dei condomini sono stati creati “ad hoc” tra la sera e la mattina solo per riuscire ad ottenere il Superbonus. Sembra incredibile ma, invece, si tratta di casi realmente avvenuti. Si tratta di abuso di diritto. Rientrano in questa categoria i frazionamenti o gli immobili ceduti ai parenti dell’amministratore unico di una società. Questo fenomeno illegale è stato recentemente scoperto a Trieste. Nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia, una società aveva acquistato un immobile composto da nove appartamenti. Gli immobili erano stati poi ceduti a madre, moglie e suocera dell’amministratore unico della società. Ma l’effettivo acquirente era la società.
La Corte di Giustizia triestina ha sentenziato che l’impresa acquirente ed appaltatrice dei lavori, con le varie cessioni e compravendite, ha avuto il solo scopo di simulare la costituzione di un condominio in modo da poter accedere non solo al Superbonus 110% ma, utilizzando la modalità di cessione del credito, realizzare la completa ristrutturazione di un immobile, acquistato in stato fatiscente ed inagibile, a totale spese dello Stato. Il condominio in questione è tutt’oggi inagibile e disabitato: chi ha beneficiato del Superbonus al 110%, evidentemente, non ne ha fatto l’utilizzo per il quale il sussidio gli era stato concesso. In casi come questi si rischia grosso. Naturalmente tutti i crediti edilizi vengono sospesi ma si può essere accusati anche di frode ai danni dello Stato.
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