Tra l’una e l’altra cambia solo qualche consonante, ma non si tratta di fermaci intercambiabili. Ecco le differenze tra tachipirina e aspirina
Alzi la mano chi non ha mai preso almeno una volta una tachipirina o un’aspirina. Specie nei mesi freddi (ma non solo), è il rimedio più semplice e veloce al tipico malessere sintomatico dell’influenza. Complice anche l’assonanza tra i due termini, molti pensano che si tratti di farmaci praticamente identici e intercambiabili. Ma non è così. Vediamo in che cosa si differenziano.
Conoscere la differenza tra tachipirina e aspirina è fondamentale per scegliere in maniera corretta cosa assumere al momento del bisogno e quando è bene utilizzare l’uno o l’altro farmaco. Con le medicine non si scherza: neppure con quelle apparentemente più “soft“. Non sono caramelle: ne va del nostro benessere e della nostra salute.
La tachipirina e l’aspirina dalla A alla Z
La tachipirina è il nome commerciale di un farmaco a base di paracetamolo che agisce come antidolorifico e antipiretico, con un rischio molto basso di effetti collaterali. Se ne consiglia l’utilizzo in caso di febbre e dolori muscolari, ma anche per alleviare la sciatica e sensazioni di dolore di vario tipo. Oltre che, come accennato, per contrastare i sintomi dell’influenza.
La tachipirina da 1000 milligrammi viene generalmente prescritta per stati febbrili e influenzali, dolori muscolari e mal di testa, anche nelle donne in gravidanza e nei bambini. Per questi ultimi esistono formulazioni con meno milligrammi di paracetamolo, come la 250 mg, e il medicinale può essere somministrato in gocce o anche in sciroppo, con la dose calcolata in base al peso.
L’aspirina ha invece come principio attivo l’acido acetilsalicilico, che è un antinfiammatorio non steroideo (uno dei famigerati FANS). Ciò significa che non agisce solo come antinfiammatorio, ma anche come antidolorifico, oltre a svolgere un’efficace azione fluidificante del sangue e anticoagulante. L’aspirina è un alleato molto valido contro emicrania, mal di testa, raffreddore, febbre, sintomi influenzali e dolori generalizzati. Ma è bene non eccedere nel consumo, poiché potrebbero insorgere disturbi gastrici e fenomeni di sanguinamento. Occhio anche alla somministrazione ai bambini: come effetto collaterale potrebbero sviluppare la sindrome di Reye, col rischio di danneggiare in maniera irreparabile il fegato.
La soluzione più adatta a seconda dei casi
Tachipirina e aspirina presentano differenze sostanziali, sia a livello chimico, sia in termini di meccanismo d’azione. In caso di febbre, la tachipirina è di solito il rimedio più indicato, specie se parliamo di temperature alte con sintomi marcati. Nel caso in cui il paracetamolo non si rivelasse efficace, però, si può optare per l’aspirina in virtù della sua azione antinfiammatoria. In ogni caso, gli antipiretici andrebbero assunti solo in caso di gravi disturbi, sempre senza abusarne per non andare incontro a effetti collaterali.
A tale proposito, occorre precisare che la tachipirina è controindicata nei soggetti con ipersensibilità al paracetamolo. Anche coloro che hanno problemi al fegato o insufficienza epatica non dovrebbero assolutamente assumerla, mentre in caso di gravidanza o allattamento è sempre bene chiedere consiglio al medico prima del suo utilizzo. Reazioni cutanee e disturbi gastrici sono tra i principali effetti collaterali.
Quanto all’aspirina, oltre a essere controindicata nei soggetti allergici al suo principio attivo, non va assunta in gravidanza né in allattamento, perché potrebbero insorgere problemi nel corso dello sviluppo fetale, con il rischio di malformazioni anche gravi. Il farmaco è da evitare anche durante terapie con farmaci anticoagulanti orali o con farmaci inibitori del reuptake della serotonina, dato che potrebbero manifestarsi emorragie severe. Gli effetti collaterali più comuni sono dolori gastrici, nausea, vomito, emorragie, ulcere, insonnia o sonnolenza e stato confusionale.
Le raccomandazioni generali
Ricapitolando, tachipirina e aspirina sono entrambi farmaci antipiretici ed analgesici. La tachipirina è indicata come rimedio ai dolori causati dalla febbre, mal di testa e disturbi localizzati in diverse aree del corpo. L’aspirina (specie se arricchita di vitamina C) consente invece di risolvere la sintomatologia, accelerare il processo di recupero e ripristinare le difese immunitarie, agendo soprattutto da antiinfiammatorio.
Ma vale la pena di ricordare che la febbre è un meccanismo di difesa messo in atto dal nostro organismo e non va abbassata per forza. Gli antipiretici vanno assunti solo se e quando i sintomi associati alla febbre creano uno stato di disagio notevole e non sopportabile. In definitiva, è sempre bene rivolgersi a un medico o un farmacista e farsi consigliare prima di assumere uno dei due antipiretici, in modo da essere certi di farne un uso corretto.