La stagione autunnale non è neanche iniziata che il Covid sta già dando problemi. Oltre a contagi e morti, cambia tutto anche sui tamponi.
Non era difficile capire che le varianti Covid avrebbero di nuovo allarmato scienza e cittadini. Già dal mese di agosto appena passato erano cominciati a salire i contagi e i ricoveri. La campagna vaccinale sta per iniziare, ma non sarà l’unica strategia per combattere la diffusione del temibile virus.
Purtroppo in questi anni abbiamo compreso che il Covid muta molto velocemente e riesce a eludere tutte le tipologie di immunità indotte dalla vaccinazione e anche dalla guarigione. Le Case Farmaceutiche stanno tentando di produrre i vaccini aggiornati sempre più velocemente ma alla fine anche la prevenzione resta sempre una delle armi migliori.
Ecco perché in questi giorni il Ministero della Salute, tramite una Circolare diramata a tutte le realtà preposte, ha comunicato i cambiamenti inerenti l’obbligo dei tamponi. Tra le novità, però, spicca un altro fattore interessante e riguarda la sorveglianza epidemiologica di tutti gli altri virus che circolano nel periodo invernale.
Come funziona il nuovo obbligo di tampone Covid
Le affermazioni che ci arrivano dalla stampa o dalle dichiarazioni di illustri virologi sono spesso contrastanti. Da una parte si consiglia di “non abbassare la guardia” nei confronti di un virus ancora potenzialmente letale. Dall’altra, si tenta di limitare i timori di una nuova pandemia.
La popolazione mondiale e anche quella italiana sono ormai quasi completamente vaccinate, con 3 o più dosi, e sono davvero pochi i cittadini che non hanno effettuato il ciclo primario. All’arrivo delle varianti, le Case Farmaceutiche hanno sviluppato vaccini aggiornati, per aumentare la protezione.
Oggi è (quasi) certo che il Covid è una malattia curabile, e che c’è necessità “solamente” di proteggere le categorie a rischio dalla forma più grave, che può portare anche al decesso. Ecco perché anche i nuovi vaccini aggiornati sono disponibili per tutti, ma consigliati agli anziani, agli immunocompromessi e alle donne incinte.
Tra l’altro i prezzi dei vaccini sono saliti, e le Case Farmaceutiche stanno facendo coi Governi ottimi affari. Infatti in un primo momento il Ministero della Salute sembrava aver contemplato l’ipotesi di far pagare la vaccinazione, tranne che ai fragili. Oggi sembra – stando alle ultime dichiarazioni di Orazio Schillaci – che i sieri anti Covid saranno gratuiti per tutti.
Nel mentre però, visto che tra sintomatici e asintomatici si sono registrati tanti nuovi casi di infezione, si è pensato di aggiornare la circolare sulle regole da rispettare per contenere la diffusione del virus. Infatti, oltre alla vaccinazione, anche i tamponi sono un mezzo per monitorare la situazione.
Chi dovrà fare il tampone
- per chi accede in un ospedale, pronto soccorso o Rsa che presenta sintomi riconducibili al Covid;
- per i pazienti che hanno avuto contatti con casi confermati di Covid almeno nei 5 giorni precedenti;
- chi deve effettuare un ricovero o un trasferimento di reparto, anche se è asintomatico;
- i visitatori dei pazienti ricoverati nelle Rsa, così come chi vi entra e durante i trasferimenti da una struttura all’altra;
- per quanto riguarda i visitatori, c’è da specificare che se presentano sintomatologia riconducibile al Covid non saranno ammessi in ospedali e Rsa;
- le limitazioni, infine, valgono anche per gli stessi operatori sanitari.
Come accennato poco sopra, insieme all’obbligo di tamponi verranno adottate tutte le misure ritenute al momento opportune, anche se non sono contemplate regole specifiche. Starà alla singola realtà capire cosa fare per contenere i contagi.
Perché il tampone Covid non riguarda solo il Covid
Andando più a fondo nelle disposizioni previste nella nuova circolare ministeriale, comprendiamo che l’uso dei tamponi questa volta servirà a molto di più.
Secondo le indicazioni della circolare, infatti, gli addetti dovranno usare i tamponi per “attivare/mantenere un percorso più ampio di sorveglianza epidemiologica“. Nello specifico significa anche andare a “scovare” altri virus respiratori, come l’Influenza, il virus sinciziale, i virus para-influenzali, i rinovirus, gli adenovirus e gli enterovirus.
Dunque in caso di accesso ai luoghi deputati “a rischio” come ospedali e Rsa gli operatori potranno indagare più a fondo per capire se c’è una potenziale diffusione di altre malattie contagiose, pericolose sempre per i fragili.
In questo contesto, non dimentichiamolo, L’OMS continua a incoraggiare la vaccinazione di massa come il metodo più efficace per contrastare il Covid. Il messaggio è molto chiaro: chiunque è in pericolo, soprattutto se ha effettuato l’ultima vaccinazione più di 6 mesi fa. Inoltre il consiglio è quello di effettuare vaccinazioni multiple, ovvero procedere a vaccinazione antinfluenzale, anti virus sinciziale e anti influenzale in un’unica somministrazione.