L’allarme sanitario ha messo in evidenza i rischi legati agli inchiostri utilizzati per i tatuaggi, in grado di trasmettere malattie infettive molto gravi.
Quella del tatuaggio è un’arte molto antica e, nel corso degli anni, le tecniche di realizzazione sono andate incontro a notevoli cambiamenti, affinandosi sempre più. Tuttavia continuano ad esserci rischi collegati all’uso degli inchiostri, in diversi casi responsabili della trasmissione di malattie infettive gravi. Recentemente la Food and Drug Administration ha lanciato un nuovo e preoccupante allarme.
Nel 2015 l’Istituto Superiore della Sanità ha svolto uno studio dedicato ai tatuaggi e alla loro diffusione in Italia. Dalla ricerca è emerso che sono quasi 7 milioni le persone tatuate nel Paese, le quali costituiscono il 12,8 percento della popolazione totale. Mentre in Europa sono oltre 60 milioni. Che si tratti di un’immagine che ha un significato particolare o di una semplice decorazione, i tatuaggi sono estremamente popolari in tutto il mondo.
Come spiegato poc’anzi, il tatuaggio ha origini antiche. Secondo gli studiosi, le prime civiltà ad aver iniziato a praticare incisioni sulla pelle sono state quelle dell’antico Egitto e dell’antica Roma, dove sono state poi proibite dall’imperatore Costantino con l’imposizione del Cristianesimo. Allo stesso modo, in Oriente si sono diffuse particolare tecniche e stili di tatuaggio, come nel caso dei maori.
Tatuaggi, la loro diffusione a partire dal XX secolo
La storia dei tatuaggi va di pari passo con le diverse concezioni della società nei loro confronti. Durante l’età moderna, infatti, la loro popolarità è andata incontro ad una brusca impennata. Il tatuaggio ha iniziato ad assumere una visione negativa, arrivando ad essere correlato ad un comportamento delittuoso.
Basti pensare al lavoro di Cesare Lombroso, celebre criminologo italiano che nell’opera “L’uomo delinquente” non ha mancato di menzionare i tatuaggi, fornendo una descrizione delle diverse tipologie e insinuando che fossero tipici di individui moralmente “degenerati“. Col passare del tempo, però, tutte queste teorie hanno perso progressivamente peso e nel XX secolo il mondo dei tatuaggi ha acquisito un’impressionante popolarità.
Inizialmente si è diffuso nelle sottoculture – per esempio tra i motociclisti ed i cosiddetti “figli dei fiori” – venendo associato alla voglia di ribellione, per poi guadagnare sempre più consenso all’interno della società. Le celebrità che a partire dagli anni ’90 e dall’inizio del 2000 hanno cominciato a sfoggiare tattoo diventati iconici hanno contribuito decisamente alla loro fama.
I rischi legati all’inchiostro
Oggi, quando si parla di tatuaggi, c’è quasi l’imbarazzo della scelta tra i diversi stili a disposizione e i numerosi artisti impegnati nella loro realizzazione. Dall’old school alla new school, dai tattoo tribali a quelli realistici, passando per i disegni in bianco e nero o ricchi di colore: le possibilità sono pressoché infinite.
Ma nonostante la loro popolarità, i tatuaggi sono finiti in più occasioni al centro di dibattiti riguardo i loro possibili rischi. Diversi sono, infatti, i casi di persone che dopo essersi sottoposte ad una seduta hanno riscontrato non pochi problemi, con esiti anche molto gravi. Tra i pericoli più diffusi figurano senza ombra di dubbio le infezioni, che interessano il 5-6% degli individui che si tatuano.
La causa principale è data dalla scarsa attenzione da parte del tatuatore. Questo potrebbe accadere quando, per esempio, nella speranza di risparmiare ci si rivolge a persone non qualificate. Bisogna poi prendere in considerazione i virus. Molti studi hanno sottolineato come i tatuaggi, con il loro inchiostro, finiscano con l’indebolire le difese immunitarie.
Il funzionamento delle cellule difensive della nostra pelle – che entrano in azione quando questa viene intaccata, eliminando i fattori estranei – viene bloccato dall’inchiostro. Ed è per tale ragione che i tatuaggi restano per sempre, anziché tendere a sparire nel tempo come una crosta o una cicatrice.
Il nuovo allarme della FDA
Di recente, la Food and Drug Administration è tornata sull’argomento dei pericoli correlati ai tatuaggi e in particolar modo al loro inchiostro, lanciando un allarme decisamente preoccupante. È stata realizzata un’apposita guida per i produttori ed i distributori, nell’intento di metterli in guardia sui materiali che potrebbero essere dannosi per la salute di chi decide di tatuarsi.
La FDA, infatti, ha evidenziato come l’uso di inchiostri non adeguati possa aumentare le probabilità di incappare in gravi malattie ed infezioni alla pelle. L’avviso è stato emanato in seguito ad alcune indagini, che hanno riscontrato la presenza di agenti patogeni all’interno delle boccette di colore.
Questo viene poi utilizzato dai tatuatori e, come spiegato dall’ente, attraverso le tecniche di incisione l’inchiostro arriva ad una profondità che va da 1,5 a 2 millimetri sotto la nostra pelle. Gli aghi – che raggiungono i vasi sanguigni – potrebbero determinare la perdita di sangue, per l’appunto, esponendo le persone tatuate al rischio di entrare in contatto con l’inchiostro contaminato.
L’epatite C non è l’unica infezione che potrebbe interessare un cliente sfortunato in seguito alla realizzazione di un tatuaggio. Il pericolo infatti è quello di venire infetti da malattie come l’AIDS, che si diffondo proprio per via dei patogeni in grado di circolare nel sangue. Pe il momento, la guida dell’FDA è allo stato di bozza. Tuttavia molto presto verrà pubblicata la sua versione ufficiale.
L’ente ha spiegato che è fondamentale “intervenire e fare tutti i passi necessari affinché i tatuaggi siano privi di qualsiasi contaminazione”. È l’unica via per poter assicurare una protezione adeguata a chi desidera decorare la propria pelle con scritte e disegni, senza che ciò rappresenti un rischio per la salute.