Alla moda, iconici e caratteristici, i tatuaggi ormai sono sempre più diffusi nella popolazione. Attenzione però al legame con i tumori: ecco qual è
Sebbene il tatuaggio abbia origini antichissime che risalgono addirittura a 5000 anni fa, è sempre bello ricordare la vicenda vissuta nel 1769 dal capitano inglese James Cook. Approdato a Thaiti, nota la pelle dei locali adornata da questi tatuaggi e ne parla chiamandoli “tau-tau”, parola onomatopeica che deriva dal rumore prodotto dal picchiettare del legno sull’ago che bucava la pelle. Da qui nasce tattow, diventato poi tatoo: il tatuaggio non è quindi un fenomeno odierno, ma affonda le sue radici nel passato più lontano.
Oggi sono sempre di più le persone che decorano la propria pelle con parole, frasi, disegni e simboli incisi in modo permanente e la scienza, a partire dalla diffusione di questo fenomeno, si è spesso interrogata in merito all’impatto di questa pratica sulla salute globale dell’individuo. Per quanto oggi le procedure siano sicure al 100% se eseguite in studi professionali, dall’altro lato nelle ultime ore si parla di un rischio di chi si fa un tatuaggio in merito al cancro: ecco cosa si sa.
Le prime testimonianze di tatuaggi nella storia
Al di là della vicenda del Capitano Cook a Thaiti, le prime testimonianze di tatuaggi sono davvero antichissime. La più vecchia in assoluto giunge dal confine italo-austriaco, sulle Alpi Otzalet: qui, nel 1991, venne ritrovato il corpo congelato e perfettamente conservato di un uomo. Secondo gli scienziati, costui era vissuto 5300 anni fa e venne chiamato Otzi, in onore del luogo che lo riportò alla luce: sul suo corpo si distinguevano con chiarezza diversi tatuaggi, probabilmente ottenuti sfregando del carbone polverizzato su incisioni verticali fatte sulla sua pelle.
Secondo successive analisi a raggi X, si è visto che in prossimità di questi tagli si distinguevano delle degenerazioni ossee: si suppone, quindi, che questa forma di tatuaggio con il carbone avesse uno scopo terapeutico. Anche gli antichi Egizi avevano l’abitudine di tatuare il proprio corpo, sia nella popolazione maschile che in quella femminile e lo si nota dalle pitture funerarie, che riproducono persone dell’epoca. Lo stesso si può dire per i Celti, i quali si tatuavano soprattutto animali, mentre per gli antichi romani il tatuaggio era utile solo e soltanto a marchiare i criminali e i condannati.
Il legame tra il tatuaggio e il cancro
Secondo un’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità, oltre il 3% di chi ha tatuaggi ha avuto complicanze come infiammazioni, granulomi e reazioni allergiche mentre, secondo uno studio tedesco pubblicato su Scientific Report, i tatuaggi potrebbero essere legati ad alcuni tumori. Il primo allarme è legato alle analisi che mostrano la presenza di pigmenti da tatuaggio nei linfonodi: si sospetta che tali sostanze possano indurre la formazioni di linfomi. Ecco qual è la teoria di Antonio Di Pietro, fondatore dell’International Italian Society of Plastic – Regenerative and Oncologic Dermatology.
Di fatto, un tatuaggio si ottiene con l‘iniezione di pigmenti sotto la pelle. I pigmenti sono formati da particelle che riescono a rimanere ferme nel punto in cui vengono inoculate: secondo Di Pietro, però, proprio per via delle loro ridotte dimensioni possono entrare in circolo e raggiungere i linfonodi.
Se i tatuaggi sono molto estesi, secondo il medico è più probabile che possano nascondere la comparsa di melanomi, i cosiddetti “nei malati” che possono causare il tumore alla pelle: se scoperti in ritardo, il cancro può già essersi diffuso nel corpo e aver creato metastasi. Proprio per aiutare chi ha i tatuaggi ad effettuare una corretta prevenzione, il dottor Di Pietro e il suo team hanno aperto un laboratorio dove tutti coloro i quali sono tatuati possono effettuare un controllo di videodermoscopia all’anno.
Le reazioni allergiche ai tatuaggi
Per quanto ormai siano diffusi e ci siamo quindi abituati, in realtà i tatuaggi causano reazioni allergiche molto più spesso di quanto pensiamo. Secondo degli studi condotti nel Nord Europa, la metà di chi ha fatto un tatuaggio ha avuto una qualche reazione e 1 persona su 10 l’ha avuta in modo grave. I sintomi più frequenti sono orticaria, indurimento della pelle e arrossamento. Tra i colori più associati al rischio di reazioni allergiche c’è il rosso, poiché è uno tra quelli che contiene più metalli.