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Tegola per le criptovalute, ora rischiano davvero grosso: si muove tutta Europa

Problemi in vista per le aziende di criptovalute e i social network che operano in Unione Europea. Ecco le pratiche considerate ingannevoli.

Negli ultimi anni, l’Unione Europea (UE) si è trovata ad affrontare una complessa sfida nel regolare e gestire la pubblicità sui social network. Mentre i social media continuano a guadagnare popolarità e influenza nella nostra società, diventa sempre più evidente l’importanza di regole chiare e trasparenti per garantire una pubblicità responsabile e tutelare gli interessi dei consumatori.

Nuovi problemi in vista per le aziende che operano in criptovalute nell’UE – grantennistoscana.it

Proprio in questi giorni, la Commissione europea ha ricevuto un reclamo dall’Organizzazione europea dei consumatori (BEUC), il più grande gruppo per i diritti dei consumatori in Europa, che accusa gli imprenditori che operano nel campo delle criptovalute di impegnarsi in una promozione ingannevole sui più popolari social network che pone un rischio significativo per i consumatori.

Cosa è successo

L’organizzazione ha presentato questa denuncia prendendo di mira Instagram di Meta Platforms, YouTube di Alphabet, TikTok e Twitter. Di conseguenza, si sta valutando la possibilità di intraprendere un’azione normativa nei confronti di queste piattaforme per risolvere il problema e salvaguardare i consumatori.

La pubblicità delle criptovalute sui social network potrebbe mettere in pericolo la sicurezza finanziaria degli utenti – grantennistoscana.it

Il BEUC ha pubblicato lo scorso 8 giugno un rapporto intitolato “Hype or harm? The great social media crypto con” (“Hype o danno? La grande truffa dei social media sulle criptovalute”). In questo documento di 20 pagine, il regolatore ha affermato che la prevalenza di pubblicità ingannevoli delle criptovalute sulle piattaforme dei social media costituisce una pratica commerciale sleale. Secondo il BEUC, i consumatori non vengono resi pienamente consapevoli dei rischi connessi alle criptovalute da queste pubblicità.

La denuncia sottolinea in particolare il ruolo della pubblicità e degli influencer nel perpetuare queste promozioni ingannevoli. Inoltre, sollecita l’implementazione di misure per impedire agli influencer di ingannare i consumatori, con l’obiettivo di salvaguardare gli interessi degli individui che si dedicano agli asset cripto.

Aumentare il controllo della pubblicità delle criptovalute sui social media: la richiesta della BEUC

Nonostante gli sforzi individuali dei regolatori nazionali per affrontare la questione della promozione ingannevole, manca ancora un approccio globale per affrontare il problema.

Il rapporto sottolinea che il quadro giuridico esistente, come la direttiva europea sulle pratiche commerciali sleali, fornisce una base per l’attuazione di misure a livello europeo.

Inoltre, viene ricordata la presenza della Rete di cooperazione per la tutela dei consumatori dell’UE (Rete CPC) come organismo appropriato per guidare gli sforzi di applicazione. La Rete CPC, suggerisce il rapporto, può svolgere un ruolo fondamentale nel coordinare le azioni tra gli Stati membri e garantire standard di protezione dei consumatori coerenti in tutta l’Unione europea.

L’Unione Europea ha già una legislazione in materia di pubblicità ingannevole – grantennistoscana.it

La Rete CPC dell’UE potrebbe intervenire chiedendo alle piattaforme di social media di adottare condizioni più severe nelle loro politiche pubblicitarie. Inoltre, il rapporto suggerisce che le piattaforme di social media dovrebbero inserire nelle loro condizioni d’uso il divieto per gli influencer di promuovere i prodotti di criptovaluta.

Infine, viene chiesto che le piattaforme di social media siano tenute a presentare relazioni periodiche alla Commissione europea, valutando l’efficacia delle misure che hanno implementato per combattere la promozione ingannevole. Ciò consentirebbe una valutazione e un monitoraggio costanti degli sforzi compiuti dalle piattaforme per proteggere i consumatori nello spazio delle criptovalute.

Oltre all’Organizzazione europea dei consumatori (BEUC), hanno aderito e firmato la denuncia anche gruppi di consumatori di diversi Paesi, tra cui Danimarca, Francia, Grecia, Italia, Lituania, Portogallo, Slovacchia e Spagna.

Gli ultimi passi dell’UE in materia di criptovalute

Le recenti azioni legali contro le piattaforme di asset digitali Coinbase (COIN.O) e Binance da parte delle autorità di regolamentazione statunitensi, così come il fallimento di FTX lo scorso anno, hanno sollevato preoccupazioni in merito alla protezione dei consumatori nel regno degli asset cripto come Bitcoin ed Ether.

Per rispondere a queste preoccupazioni, il mese scorso l’Unione Europea ha compiuto un passo significativo adottando la prima serie completa di regolamenti al mondo per la sorveglianza degli asset cripto. Queste norme mirano a stabilire un quadro che garantisca la trasparenza, la sicurezza e la protezione dei consumatori nel settore delle criptovalute.

L’Unione Europea ha recentemente pubblicato il primo pacchetto di sorveglianza completo sui mercati delle criptovalute – grantennistoscana.it

Dopo diversi anni di intenso dibattito, durante la sessione del 16 maggio 2023, il Consiglio europeo ha finalmente approvato il Regolamento sui mercati dei cripto-asset (MiCA). Il primo quadro giuridico dell’UE per le criptovalute richiede ora solo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, che dovrebbe avvenire a breve.

Il MiCA apporta un cambiamento sostanziale al panorama normativo dell’UE, creando un regime armonizzato in termini di emissione e fornitura di servizi in relazione ai cripto-asset, in linea con la portata internazionale di questa tecnologia. Regolamenta l’offerta di cripto-asset ispirandosi alle regole dei mercati tradizionali, compreso l’obbligo di presentare un “libro bianco” all’autorità di regolamentazione (equivalente a un “prospetto”) per la registrazione prima di un’emissione, richiedendo la sua approvazione solo per alcuni tipi di cripto-asset.

Sono previste eccezioni per le offerte limitate a investitori qualificati e per determinate soglie. Le norme sull’offerta sono più severe per l’emissione di token con riferimento ad attività (ad esempio, monete stabili) e token di moneta elettronica, a causa del loro maggiore rischio per il sistema finanziario. Obblighi aggiuntivi si applicano anche agli emittenti di token con riferimento agli asset e di token di moneta elettronica che sono considerati “significativi”.

Paolo Pontremolesi

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