El Niño è tornato e in diverse parti d’Europa le temperature sono già estreme: le immagini che vengono dalla Spagna fanno davvero impressione.
Lo potremmo chiamare ENSO, dall’acronimo El Niño-Southern Oscillation. Ma è meglio noto semplicemente come El Niño, il bambino / il ragazzino in castigliano. È un fenomeno climatico legato al riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico che porta con sé inondazioni, siccità e perturbazioni di varia natura – in base alla distanza dall’area colpita.
Adesso El Niño è tornato e si prepara a portare con sé aumenti delle temperature e condizioni meteorologiche estreme, alla faccia dei negazionisti del global warming.
El Niño è arrivato: cosa dobbiamo aspettarci?
L’allarme è stato lanciato dall’agenzia meteorologica delle Nazioni Unite che ha stimato che esiste una probabilità del 90% che El Niño duri per tutta la seconda metà dell’anno con “almeno una forza moderata“.
E così l’organizzazione mondiale ha esortato i governi ad adottare misure immediate per aiutare a proteggere l’umanità, a rischio sia in modo diretto (le ondate di calore sono pericolose per la salute, specie dei più deboli) che in modo indiretto (i fenomeni meteorologici estremi rischiano di danneggiare i mezzi di sussistenza).
Jukka Petteri Taalas, segretario generale dell’OMM – Organizzazione meteorologica mondiale (anche nota in inglese come World Meteorological Organization – WMO), ha dichiarato: “L’inizio di El Niño aumenterà notevolmente la probabilità di battere i record di temperatura e avere ondate di calore più estremo in molte parti del mondo e nell’oceano. Aver annunciato El Niño è un segnale ai governi di tutto il mondo di mobilitarsi per limitare gli impatti sulla nostra salute, sui nostri ecosistemi e sulle nostre economie“.
Già a maggio era arrivato il primo allarme: un rapporto dell’OMM avvertiva infatti della possibilità che la temperatura annuale globale possa superare già tra il 2023 e il 2027 la soglia degli 1,5°C sopra i livelli preindustriali posta come limite da non superare durante la conferenza di Le Bourget del 2015 che portò al noto Accordo di Parigi, sottoscritto da ben 195 dei paesi membri dell’UNFCCC (Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici).
Secondo i meteorologi potrebbe essere già il 2024 il primo anno in cui la terra supererà questo fatidico grado e mezzo a causa degli effetti di El Niño, che raggiungerà il picco nel mese di dicembre ma il cui influsso durerà per tutto l’anno seguente.
E se questo superamento della soglia ratificata dagli accordi di Parigi del 2015 sarebbe solo temporaneo, rappresenta comunque un campanello d’allarme, come affermato dal professor Chris Hewitt, direttore dei servizi climatici dell’OMM: “È un primo avvertimento che non stiamo ancora andando nella giusta direzione per limitare il riscaldamento entro gli obiettivi fissati a Parigi nel 2015 progettati per ridurre sostanzialmente gli impatti del cambiamento climatico“.
Fenomeni meteorologici estremi, temperature record e… uova fritte al sole
Dobbiamo quindi prepararci a fenomeni meteorologici estremi e temperature da record: se è vero che l’anno più caldo mai registrato è ad oggi il 2016 (anno iniziato proprio con un potente El Niño), le condizioni affinché le temperature che registreremo nel prossimo futuro siano ancora più elevate ci sono tutte, giacché già nel 2022 le temperature medie globali sono state di oltre un grado più calde rispetto alla fine del XIX secolo.
E senza attendere l’arrivo di El Niño, fanno impressione le immagini giunte da Cordova, importante città dell’Andalusia allocata all’interno della comunità autonoma: una tv locale ha infatti fatto un esperimento per i propri spettatori, esponendo al sole una padella per poi mettergli su delle uova. In pochi secondi le uova hanno iniziato a friggere, per lo stupore dei commentatori in studio e dei telespettatori da casa.
Come spiegato dai media online che hanno offerto ai propri lettori le incredibili immagini, il fenomeno è facilmente spiegabile: la temperatura del suolo è di per sé una decina di gradi superiore rispetto alla temperatura dell’aria normalmente misurata e gli oggetti metallici (come la padella in questione) assorbono e rilasciano calore, con le uova iniziano a friggere intorno ai 60° (coagulano tra i 62° e i 65°, con il tuorlo che cuoce tra i 65° e i 70°),
Le immagini sono di settimana scorsa, quando si sono registrati fino a 42,9°, ma le temperature continuano ad essere da record, in quella che fu la capitale di el-Andalus (il nome della Spagna islamica) e in tutta la regione: basti pensare che le massime previste per settimana prossima superano abbondantemente i 40°, quando le temperature medie registrano una massima di 36°.
Temperature da record nel Sud della Spagna: cosa possiamo aspettarci nella nostra Italia?
E se sin qui abbiamo parlato di quello che sarà il futuro (perché, come spiegato, gli effetti di El Niño si vedono sul medio termine) e delle temperature da record registrate in Andalusia, ci chiediamo in questa sede: cosa accadrà in Italia? Dobbiamo attenderci temperature da record anche alle nostre latitudini?
Ebbene, con un anticiclone africano in arrivo, il prossimo weekend dovrebbe far registrare in Italia temperature torride: in diverse parti del Paese domenica prossima si supererà la soglia dei 40°C, con picchi previsti anche di 44/45°C.
E se è scontato invitarvi alla prudenza in assoluto, ne approfittiamo per ricordarvi quanto è importante mantenersi idratati (è importante ogni giorno e ancor più dinnanzi a temperature così elevate) e quanto sia da evitare l’esposizione al sole nelle ore più calde: non fatelo nemmeno se vi venisse una matta voglia di uova fritte.