È stato il momento più doloroso della sua vita, la tragica morte di Ross avvenuta negli anni ’90 per l’attore è ancora una ferita aperta. Ma cosa è successo?
Uno dei ruoli che l’hanno aiutato a riprendere in mano la propria carriera dopo la morte del figlio è stato sicuramente Don Matteo. Terence Hill ha interpretato con successo per tanti anni il sacerdote detective della fiction Rai, e pensare che la parte gli venne affidata in un periodo difficilissimo.
Proprio dalla città di Gubbio, da dove è iniziato tutto, è intervenuto per parlare del futuro, mandando in fibrillazione i tanti fan presenti con un annuncio bomba. Sul palco dello Spencer Hill Festival ha infatti svelato che è al lavoro su un nuovo film western ma non si è sbottonato più di tanto sui dettagli.
Nella quattro giorni internazionale dedicata ai film che lo hanno reso celebre ha avuto modo di ricordare anche il collega e compagno di tante avventure Bud Spencer, scomparso il 27 giugno del 2016. L’omaggio ai due è stato un vero successo, tantissime le persone accorse da tutta Italia – e non solo.
Un fulmine a ciel sereno per i tanti appassionati che si sono recati in questi giorni a Gubbio in stivaloni e cappello da cowboy per celebrare il duo più iconico della storia del cinema italiano. Nella città umbra, Terence Hill, al secolo Mario Girotti, ha parlato di un progetto che lo sta tenendo impegnatissimo e a cui tiene molto.
Accompagnato dalla famiglia di Carlo Pedersoli – c’era la moglie Maria e i due figli Cristiana e Giuseppe – e dal celebre stuntman con cui ha collaborato in ben dodici film, Ottaviano dell’Acqua – ha sorpreso tutti quando ha ammesso di essere al lavoro su un nuovo film western. “Stiamo scrivendo un nuovo film, ci proviamo almeno. Volevamo rispondere al vostro desiderio di vedere un western bello e divertente. Credo che alla fine ci riusciremo, non è facile ovviamente, ma la vostra passione ci aiuterà”, ha dichiarato mandando in visibilio la folla.
Stava rischiando di non partecipare all’evento, causa uno spiacevole incidente domestico: “Potevo non farcela a essere presente, una vespa mi ha punto vicino all’occhio. È stata mia moglie a convincermi, voleva che non mancassi. Posso dire che aveva ragione, sono grato per l’affetto che state dimostrando”. E poi ha ricordato alcuni personaggi della sua carriera, ai quali gli spettatori sono molto legati: “Trinità è quello che mi ha portato più fortuna, piace ancora a voi ma anche a me. E poi Don Matteo, io sono mezzo eugubino ormai. Questa città mi ha sempre accolto con affetto, è nel mio cuore”.
Non è mancato poi il ricordo della sua metà cinematografica, Bud Spencer, che gli è stato vicino anche durante il periodo più difficile della sua vita quando il figlio sedicenne Ross è morto a Stockbridge, Massachusetts, nel 1990.
Era suo figlio adottivo, all’anagrafe Ross Girotti, voleva ripercorrere le orme del padre e per questo aveva intrapreso la carriera d’attore. Faceva la spola tra il set e i banchi del Middlesex College di Concord, negli Stati Uniti. Ha recitato infatti in due pellicole assieme a Terence – Don Camillo e Renegade – Un osso troppo duro – e avrebbe dovuto girare alcune scene nei panni di Billy the Kid in un episodio di Lucky Luke – sceneggiato da lui, diretto e interpretato da Terence Hill – proprio prima di morire in un tragico incidente.
Stava rientrando al college insieme all’amico Kevin Lehman, è il 30 gennaio 1990 quando si schianta con la sua macchina morendo sul colpo. Lungo il tragitto Ross, che era alla guida, perde il controllo dell’auto a causa di una lastra di ghiaccio presente sul fondo stradale. Cerca di riprendere in mano saldamente il volante ma il veicolo sbanda e finisce venti metri più in là, arrestando la propria corsa contro un albero. A nulla servì il ricovero in ospedale per Kevin, è deceduto la sera stessa in ospedale.
Seguì per Terence Hill un periodo complicatissimo, forse il più buio della sua esistenza. Tanto che decise di mettere in stand by i tanti progetti cui stava partecipando per poter elaborare il lutto. Un crollo emotivo che portò strascichi anche negli anni a venire. Nell’intervista rilasciata dieci anni dopo a Famiglia Cristiana disse: “Quando ti capitano cose del genere prende il sopravvento il silenzio. A parlare proprio non ce la fai più. Guardavo l’altro mio figlio e pensavo: ‘Cosa gli dico adesso?’. Ero disperato e sapevo che anche lui stava soffrendo ma a che poteva servire sommare dolore e dolore?”.
La forza per superare il dramma è arrivata in parte dalla fede e in parte dal lavoro, qualche anno dopo infatti torna al cinema con Botte di Natale e Potenza Virtuale ma sarà il ruolo di Don Matteo a dargli più soddisfazioni. “Mi stavo allontanando, stavo per finire muto e solo. Poi piano piano il tempo ha alleviato parte delle sofferenze, sono tornato a parlare di ciò che era successo senza paura. La fede mi ha sorretto negli attimi peggiori e poi anche il lavoro, sarei impazzito altrimenti”.
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