Scoperta inaspettata su una nota spiaggia della Penisola, lo hanno visto muoversi tra i bagnanti in uno stabilimento e hanno chiesto aiuto
In spiaggia ci si può imbattere in innumerevoli ‘forme di vita‘, dai pesci che arrivano a nuotare vicino a riva ai ricci che si annidano tra gli scogli, dai nostri amici a quattro zampe che sempre più spesso vengono accettati negli stabilimenti in compagnia dei loro padroni umani ai gabbiani e a molte altre specie di volatili. Vi sono altri ‘incontri‘ che invece i bagnanti non si aspetterebbero mai di fare su un litorale a pochi metri dalle cristalline acque del mare.
E che, per chi si trovava a Ladispoli nei giorni scorsi, ha scatenato alcuni minuti di vero e proprio panico dal momento che si aggirava tra i lettini e gli ombrelloni incurante della presenza delle persone. Il panico è scattato per due motivi: le dimensioni di non poco conto ed il fatto che inizialmente si temeva potesse essere potenzialmente pericoloso per grandi e piccini.
Tutto stava trascorrendo tranquillamente, era una giornata di sole di fine agosto ed in tanti erano in spiaggia a rilassarsi e godersi gli ultimi scampoli del loro periodo di ferie prima dell’inevitabile ripresa delle attività lavorative. Qualcuno dei presenti però, ad un certo punto si è accorto che qualcosa stava ‘strisciando‘ sulla sabbia a pochi metri o addirittura una manciata di centimetri dai bagnanti. Immediatamente è scattato l’allarme quando ci si è resi conto che l’animale in questione era un rettile e, nella fattispecie, un serpente di dimensioni importanti.
Dopo un iniziale momento di confusione e paura alcuni dei presenti hanno allertato il titolare dello stabilimento balneare il quale ha contattato subito i volontari delle zoofile giunti da Ladispoli per catturare il rettile, che in prima battuta era stato scambiato per una vipera il cui morso è velenoso e potenzialmente molto pericoloso. In realtà la verità era un’altra e ci ha pensato successivamente un volontario delle Ecozoofile a spiegarlo; interpellato dal quotidiano Il Messaggero ha rivelato che quel serpente è in realtà una biscia d’acqua il cui nome scientifico è “Natrice dal collare“.
Effettivamente le sue dimensioni importanti ma anche il suo aspetto possono rappresentare un segnale di allarme e scatenare il panico in particolare nelle famiglie con bambini. In realtà questo serpente è sicuramente meno pericoloso della vipera in quanto non è velenoso, anche se non può essere considerato totalmente innocuo. Il motivo è legato al fatto che non avendo vere e proprie armi per difendersi tende a mimare taluni comportamenti al primo accenno di pericolo.
Ad esempio, come fa il cobra, appiattisce la parte anteriore del corpo mentre se viene afferrata emette dalla cloaca una secrezione particolarmente maleodorante. In altri casi finge di essere morto rovesciandosi sul dorso e arrivando addirittura a far penzolare la lingua dalla bocca aperta dalla quale potrebbe persino cadere qualche goccia di sangue; la muscolatura viene completamente rilasciata dando davvero l’impressione che sia morto. Tutto però torna alla normalità quando il ‘pericolo‘ si allontana.
Piero Ciancamerla, il volontario che ha fornito l’identikit del rettile, ha ricordato che Ladispoli è ubicata tra i due canali fluviali ovvero Sanguinara e Vaccina, all’interno dei quali vivono molte specie di animali tra i quali anche le bisce d’acqua. Ma come ci è finito un serpente in un’area di litorale cosi vicina al centro urbano? Il motivo è legato alle alte temperature e alla ricerca di cibo, elementi che spingono le bisce d’acqua a spingersi anche in territori che normalmente non frequenterebbero.
Inoltre in città la loro caccia è meno rischiosa in quanto non devono fare i conti con i predatori come rapaci e mustelidi; possono muoversi con maggiore libertà anche se il fatto di trovarsi a cosi poca distanza dall’uomo rischia di essere controproducente. Tanto che solo nella zona ne sono state catturate, nell’arco della stagione estiva, una decina. Come già accaduto in precedenza i volontari hanno prima catturato il rettile per poi liberarlo poco dopo nel suo habitat naturale.
Non è la prima volta che una natrice del collare viene scambiata per una vipera proprio per la sua somiglianza con il serpente dal morso velenoso a cominciare dalla forma triangolare della testa e dalla livrea. In molti casi la paura porta ad ucciderla quando invece la si potrebbe catturare allertando gli esperti, per poi spostarla in una zona sicura. A riprova della diffusione della natrice nelle aree urbane, poche ore prima del serpente trovato in spiaggia un altro esemplare era stato segnalato in una casa di Anguillara.
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