Cosa succederebbe se ci ritrovassimo improvvisamente con un ammanco di 50mila euro sul nostro conto corrente: scopriamo cosa è successo e da cosa dovremmo difenderci meglio.
Immaginate di svegliarvi un giorno e di scoprire che dal vostro conto corrente mancano la bellezza di 50mila euro. Un colpo al cuore per chiunque, specialmente per chi quella cifra se l’è sudata e guadagnata in anni di lavoro. Questo è esattamente ciò che è accaduto ad un pensionato di 69 anni residente a Santhià, comune in provincia di Vercelli (Piemonte).
L’accaduto si è verificato la settimana scorsa e l’uomo adesso attende di scoprire se potrà rientrare in possesso dei suoi averi. Una vera e propria stangata per il cittadino piemontese che è avvenuta in seguito ad un raggiro. Attualmente le autorità locali, i Carabinieri, stanno indagando sull’accaduto e cercando di risalire all’autore e ai suoi complici. Un’indagine che richiederà tempo e che potrebbe anche non portare ai risultati sperati.
Una truffa ben orchestrata: fate attenzione!
La truffa è stata portata a termine la mattina del 9 febbraio. La vittima è stata contattata da una donna che si è finta una funzionaria della banca. L’uomo non ha avuto dubbi perché il numero dal quale la donna lo aveva contattato risultava essere proprio quello della sua banca, dunque si è fidato ciecamente di ciò che gli stava dicendo.
In pratica la truffatrice lo ha convinto che c’erano stati dei problemi con il suo contocorrente e che necessitava dei suoi dati per l’home banking per risolverli. Ingenuamente il cittadino di Santhià le ha fornito i dati che le servivano e non si è preoccupato di nulla. Solo il giorno dopo è andato a controllare il suo conto ed ha visto che erano stati fatti diversi bonifici verso carte di credito prepagate per un totale di 50mila euro.
Scoperto il furto di denaro, la vittima si è recata immediatamente alla stazione dei Carabinieri di Burone per sporgere denuncia. Come detto in questo momento i gendarmi si stanno occupando di investigare sull’accaduto e di rintracciare il titolare o i titolari delle carte ricaricabili. Compito non semplice, anche perché il modus operandi mostra che i truffatori hanno studiato tutto nel dettaglio. Per la chiamata hanno utilizzato un software pirata che permettesse loro di inviare alla vittima il numero della banca e probabilmente hanno utilizzato delle precauzioni per mascherare la loro identità come titolari delle carte.
Come sempre accade in questi casi, è bene sottolineare che nessuno deve dare i propri dati privati, specialmente quelli relativi ai conti bancari, a chi li chiede telefonicamente. Nessun operatore della vostra banca vi chiamerà per chiedervi i vostri dati – dati che essendo il vostro istituto bancario possiedono già – e di certo non lo farà telefonicamente. Se ci fossero problemi con il vostro conto vi manderebbero una lettera di convocazione all’istituto per parlarne di persona.