In una regione italiana la rivoluzione, cambia tutto per la specialistica ambulatoriale. I cittadini sperano di non trovarsi in difficoltà
Il sistema di prenotazione degli esami specialistici varia a seconda delle zone d’Italia, una regione in particolare sta per dare il via a una rivoluzione che presto potrebbe investire tutto il Paese. Da settembre infatti non si potrà più usufruire del servizio di pagamento del ticket in farmacia.
Una scelta che è destinata a far discutere e che potrebbe mettere in difficoltà più di qualche cittadino abituato a usufruire dello strumento. La delibera della Regione Toscana, ufficializzata a fine giugno, abolisce la possibilità di saldare le quote di compartecipazione sanitaria per la specialistica ambulatoriale presso le sopracitate strutture. La decisione è stata presa all’interno di un accordo più ampio in merito a varie tematiche di carattere sanitario.
Quella del ticket è diventata ormai un’annosa questione visto che gli enti regionali possono agire in indipendenza, in particolare in materia di compartecipazione, considerando si riscontrino discrepanze e divergenze dalla normativa nazionale che prevede un ticket massimo sulle prestazioni.
Addio al ticket in farmacia, in Toscana cambia la regola
Farmacisti e pazienti dovranno adeguarsi, a settembre in Toscana entrano in vigore le nuove regole sui ticket per le prestazioni specialistiche. Questi ultimi non saranno più liquidabili all’interno delle farmacie, una svolta che ha colto un po’ tutti di sorpresa. La nuova normativa è apparsa nella delibera 708 del 26 giugno scorso, la giunta regionale ha sancito l’accordo quadro risolvendo diversi nodi in ambito sanitario.
Come si legge in una nota dell’Asl Sud Est, il pagamento del ticket è avvenuto finora tramite il software di prenotazione mentre ora rimarranno attivi soltanto gli altri strumenti. I canali ordinari attraverso cui effettuarlo sono: i totem riscuotitori PuntoSI situati nelle strutture sanitarie; i front office CUP aziendali; il circuito pagoPA attraverso bollettino analogico all’indirizzo www.pagopa.gov.it – all’interno si trovano tutte le opzioni di pagamento abilitate – ma anche presso bar, edicole, ricevitorie, supermercati e tabaccherie (di solito i presidi fisici accettano anche i contanti); la piattaforma regionale IRIS Rete alla pagina https://iris.rete.toscana.it/public/ ; l’applicazione Toscana Salute e infine gli sportelli della Banca Monte dei Paschi di Siena, basterà presentare il codice di pagamento IUV presente nell’intestazione del foglio di prenotazione, o in alternativa direttamente agli sportelli automatici (gli ATM di Monte Paschi).
L’ennesima modifica a un sistema di prenotazione in costante evoluzione. Le Regioni continuano a far sentire la propria voce in merito, agendo ognuna indipendentemente. Non è raro infatti incappare in difformità sulla materia a seconda della zona d’Italia in cui ci si trova. La direttiva nazionale prevede un limite massimo per l’importo del ticket ma in diversi casi si riscontrano differenze dovute a numerosi fattori che entrano in gioco nel calcolo complessivo.
Ticket sanitari: costi regione per regione
Il costo del ticket sanitario per la prenotazione di visite specialistiche è la risultante della somma di un variabile con tetto massimo stabilito a 36,15 euro mentre il fisso di 10 euro, ovvero il celebre superticket che era riapparso solamente nel 2011, è stato abolito. Va tenuto conto che la cifra finale può essere modificata dalle Regioni. Apripista delle esenzioni sono state Bolzano e la Basilicata, come riporta quotidianosanità.it, nel frattempo anche altre zone si sono accodate. È ormai abbastanza comune che gli sgravi vengano commisurati alla prestazione richiesta, al reddito o alla condizione sociale.
I tre gruppi recentemente erano così ripartiti: le più virtuose che avevano deciso di mantenere il fisso a 10€ erano Puglia, Calabria, Sicilia, Lazio, Marche, Molise, Friuli, Liguria e Sardegna mentre nel secondo gruppo rientravano Piemonte e Lombardia e infine nel terzo le restanti otto tra cui Campania, Abruzzo, Umbria, Toscana, Emilia Romagna, Toscana e Veneto. Per capire come venga gestita attualmente la questione basterà collegarsi al sito di ogni ente specifica e verificare le cifre richieste, anche perché negli ultimi tempi molte situazioni sono cambiate, soprattutto con la cancellazione del superticket.
Ciò che non è cambiato è il costo della vita nel nostro Paese, sempre più insostenibile e a livello sanitario ancor di più. Il ticket è solamente una parte delle spese che già gravano pesantemente sulle spalle degli italiani. Nel 2022 si è registrata crescita vertiginosa rispetto al passato con un totale comprensivo tra farmaci, visite, esami e Pronto soccorso che ha superato i 2 miliardi e mezzo, un aumento del 4% se confrontato con il 2021 e del 10% se confrontato con il 2020. Numeri che parlano da soli e che fanno riflettere e che comportano una condizione al limite per molte famiglie.