Moltissimi italiani vorrebbero ricominciare a pagare con le lire, che ricordano i tempi in cui l’Italia era un Paese felice.
È vero che non si dovrebbe guardare troppo indietro e sarebbe meglio pensare al futuro, ma dobbiamo ammettere che le lire mancano a tanti italiani. Sicuramente quelli delle generazioni che le hanno vissute.
La moneta unica europea ha fatto il suo ingresso nelle tasche dei cittadini nel 2000, ma il progetto era iniziato ancora prima. Per alcune generazioni, è impossibile dimenticare lo shock che ha causato il cambiamento.
La politica di allora aveva promesso controlli e norme affinché non vi fossero stravolgimenti importanti. Ma nella realtà nulla fu fatto e improvvisamente il popolo italiano si ritrovò con uno stipendio “dimezzato” e i costi di ogni bene “raddoppiati“.
Sfortuna volle che il cambio dell’epoca in Italia fosse quasi 1:2. L’euro aveva un valore di 1936,27 lire e per ogni euro, in pratica, ci volevano 2000 lire. Chi aveva uno stipendio da 1 milione e mezzo di lire (all’epoca non tantissimo ma era nella media) si ritrovò in busta paga 700 euro circa.
Il caffè, per fare il classico esempio della immediata speculazione, da 1000 lire passò a 1 euro. E così tutto il resto. Capiamo bene che vi fu un netto impoverimento delle famiglie e imprese italiane, che da allora, tra alti e bassi, non si sono quasi più riprese.
Alzi la mano chi vorrebbe tornare a pagare con le lire, succederà davvero?
In realtà le generazioni si sono ben presto scordate il valore della lira, e i giovani di oggi non sanno nemmeno cosa sia. Probabilmente se dessimo loro in mano le 100 lire Montessori non saprebbero cosa ci si potrebbe acquistare. Ben poco, visti i prezzi di oggi e che con 50 centesimi non si compra nemmeno una caramella al bar.
Di nostalgici ce ne sono diversi, e non solo per un mero fattore sentimentale. L’Italia a vissuto un’epoca d’oro, florida e di benessere generale, che è terminato nel momento in cui è entrata a far parte dell’Euro. Triste sorte che è capitata anche in altri Paesi, come Spagna, Grecia e ultimamente anche la Croazia. L’unico Paese che ha veramente guadagnato è stata la Germania.
Capiamo bene che “i nostalgici” vorrebbero tornare a vivere in un Paese dove – euro o lire non importa – lo stipendio garantisca la possibilità di vivere con dignità. Potendo anche mettere da parte qualcosa per i figli, o comprare una casa senza indebitarsi tutta la vita.
Un’esistenza fatta di diritto al lavoro, come recita la nostra Costituzione, e non di “mancette” sparse qua e là sotto forma di bonus. Un Paese dove magari si investe ancora in Sanità, Istruzione e Innovazione, che preferisce rinforzare i propri cardini e non dilapidare risorse per alimentare una guerra che non ci appartiene.
Succederà davvero, si potrà pagare il lire: ecco quando e dove
Come accennato all’inizio dell’articolo, la vita bene o male va avanti ed è spesso inutile guardarsi indietro. Oggi abbiamo a che fare con altri problemi, oltre a quelli economici, e tra l’altro presto ci troveremo di fronte all’euro digitale.
Ma soprattutto secondo l’OMS siamo entrati nell’era “di ebollizione globale“, delle pandemie e delle nuove malattie. Saremo impegnati da qui al 2030 e poi al 2050 a rinnovare completamente gli impianti elettrici e di riscaldamento, a buttare le auto a motore acquistando quelle elettriche. Dovremo anche cambiare alimentazione perché gli allevamenti di animali stanno distruggendo il pianeta.
Dunque pensare di tornare alla Belle Époque è praticamente un’utopia. Però per fortuna potremo sognare, almeno per una notte. Esattamente il 9 agosto prossimo, infatti, si svolgerà un evento, che ci catapulterà indietro nel tempo, proprio a quando c’erano le lire.
Esattamente come quando andiamo in discoteca e ci gustiamo la playlist ’70-’80-’90. L’iniziativa è partita da un’idea di Vincenzo Amato, e si svolgerà a San Benedetto del Tronto.