Tremori, rigidità e lentezza dei movimenti: sono alcuni dei sintomi del Parkinson | Ecco le altre manifestazioni da non sottovalutare

I sintomi legati al Parkinson non sono solo quelli che tutti conosciamo. Ecco alcuni segnali a cui dobbiamo prestare massima attenzione

Descritta per la prima volta da James Parkinson nel 1817, medico che poi le ha dato il nome, quella del Parkinson è, dopo l’Alzheimer, la malattia neurodegenerativa più diffusa al mondo. Si tratta di una sindrome che comprende molteplici sintomi, dalla rigidità muscolare al tremore, che può aumentare in caso di ansia. Con il passare del tempo, i sintomi peggiorano e vanno ad includere andatura impacciata, curvatura della schiena e disturbi nell’equilibrio: ecco quali sono però alcuni segnali tipici della fase iniziale, spesso poco considerati.

Parkinson, i sintomi da non sottovalutare
Parkinson, i sintomi da non sottovalutare: scoprili tutti (grantennistoscana.it)

Al momento è molto difficile stabilire quali siano le cause legate all’insorgenza del morbo di Parkinson. Se da un lato si suppone il ruolo dell’esposizione ad alcune tossine come pesticidi, metalli e prodotti chimici, è innegabile fare riferimento anche a uno stile di vita scorretto, all’ereditarietà, a specifiche infezioni o ad alterate pressioni geniche. Pur non esistendo, ad oggi, una cura definitiva, se presa in tempo ed affrontata positivamente la malattia può essere gestita soprattutto nei suoi sintomi: ecco però quali sono i primi segnali che devono farci scattare il campanello d’allarme.

Parkinson, non solo tremori: occhio al sonno

Patologia che colpisce tra le 8 e le 18 persone su centomila ogni anno, il Parkinson presenta molti sintomi tipici, tra cui i tremori e la fatica nei movimenti, sebbene ben prima dell’insorgenza di questi può lanciarci dei segnali molto specifici. Secondo il neurologo Rezark dell’American Parkinson’s Disease Association Young Onset Center, prenderlo il prima possibile è fondamentale perché, grazie ai farmaci di cui dispongono oggi, si è in grado di rallentare il decorso della malattia: quando si arriva alla rigidità e al tremore, si è già perso dal 40 al 50 per cento dei neuroni produttori di dopamina.

Parkinson, disturbi del sonno
Parkinson, i disturbi del sonno tra i primi segnali (grantennistoscana.it)

Secondo i neurologi, da tenere sotto osservazione è la condizione di sonno nota come RBD, rapidi movimenti oculari: durante la fase REM, quella del sonno profondo, le persone con la RBD possono urlare, tirare calci o digrignare i denti, nonché aggredire chi dorme vicino a loro. Secondo Rezak, il 40% di chi ha la RBD può poi avere il Parkinson anche dieci o quindici anni dopo l’insorgenza di questi problemi del sonno. Oltre a questa sindrome, si correlano al morbo di Parkinson anche l’apnea notturna e la sindrome delle gambe senza riposo, cioè il formicolio costante.

Problemi all’olfatto e di espressività facciale

Sintomo poco conosciuto e spesso primissimo avviso della predisposizione al morbo di Parkinson è la perdita dell’olfatto. Secondo Rezak, questo si accompagnerebbe anche alla perdita del gusto: quando muoiono le cellule che producono dopamina, un messaggero chimico che trasporta i segnali, allora viene compromesso sia l’olfatto che il gusto: come abbiamo visto, la dopamina e i neuroni che la producono sono i protagonisti del Parkinson.

Morbo di Parkinson: olfatto e gusto compromessi
Problemi all’olfatto: attenzione al Parkinson (grantennistoscana.it)

Se quindi notate un’improvvisa perdita del senso dell’olfatto, andate dal medico e raccontategli tutti i vostri sintomi, così che possa indagare a fondo nella vostra situazione e consigliarvi test più specifici. Allo stesso modo, la mancanza di dopamina può irrigidire i muscoli facciali, causando un viso senza espressione: i primi sintomi sono la lentezza nel sorridere, nel guardare in lontananza o nell’aggrottare le sopracciglia.

Dolore al collo e cambiamenti nella voce

Sintomo molto comune nelle donne che hanno il Parkinson è il dolore al collo, riferito da molte di loro come il terzo segnale più frequente dopo la rigidità e il tremore. Quando correlato al morbo di Parkinson, il dolore al collo persiste nel tempo e non se ne va nel giro di qualche giorno, come accade invece in caso di stiramento o contrattura muscolare. Si presenta come un intorpidimento, un formicolio a volte neanche così insistente o fastidioso: nel caso in cui non se ne vada, però, è bene farsi visitare.

Dolore al collo, sintomo del Parkinson
Dolore al collo, sintomo del Parkinson: non sottovalutarlo (grantennistoscana.it)

Allo stesso modo, gli scienziati hanno notato che anche la voce di chi soffre del morbo di Parkinson tende a cambiare nel tempo. Uno dei segni più precoci è proprio questo: oltre a pronunciare male alcune parole, diventa più difficile parlare chiaramente proprio a causa dell’irrigidimento dei muscoli facciali: si tratta di uno dei segnali più distinguibili e, per questo motivo, è bene farlo notare ai propri amici e parenti nel caso in cui lo si noti.

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