Triangolo delle Bermuda, aerei e navi sparite nel nulla: cosa c’è di vero

Voli dispersi, navi affondate e UFO. Il Triangolo delle Bermuda è da sempre avvolto nel mistero, ma non tutto quello che si dice è reale.

L’area dell’Oceano Atlantico conosciuta con il nome di Triangolo delle Bermuda è stata accreditata come la causa di sparizioni aeree e numerosi naufragi nel corso degli anni. Le persone amano leggere e diffondere teorie cospiratorie su queste storie. Eppure, potrebbero esserci spiegazioni perfettamente logiche per ognuna di esse.

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Le voci sui misteri del Triangolo delle Bermuda si susseguono da anni, ma potrebbero esserci spiegazioni più plausibili dietro alle sparizioni – grantennistoscana.it

Il Triangolo delle Bermuda è un’area dell’Oceano Atlantico che non ha necessariamente un confine definito. Generalmente si considera l’area delimitata dalla costa sudorientale degli Stati Uniti, dalle Bermuda e dalle isole di Cuba, Hispaniola, Giamaica e Porto Rico. Secondo alcuni calcoli, l’area comprende tra 500.000 e 1,5 milioni di chilometri quadrati e ha una forma triangolare.

Non si sa quanti mezzi siano davvero “scomparsi” nel Triangolo delle Bermuda. Secondo le stime della Marina statunitense, si sarebbero perse le tracce di circa 50 navi e 20 aerei in questa zona.

Leggende e verità nel Triangolo delle Bermuda

I teorici della cospirazione hanno proposto molte ragioni diverse per spiegare perché nel Triangolo delle Bermuda si verificano sparizioni e disastri. La ricerca scientifica, però, ha stabilito che la maggior parte di esse sono per lo più superstiziose e inammissibili.

Alcuni hanno teorizzato che l’area sia un focolaio di attività aliena, sostenendo che questi esseri extraterrestri rapiscono gli esseri umani per studiarli. Altri hanno addirittura suggerito che si tratti del luogo reale del continente perduto di Atlantide, rendendolo quindi un portale per un’altra dimensione.

c'è una spiegazione scientifica dietro le sparizioni del triangolo delle bermuda
Le condizioni meteorologiche della zona sono una delle principali cause dei numerosi incidenti – grantennistoscana.it

In realtà, la ragione più probabile di questi disastri non è affatto un mistero. Secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), ci sono spiegazioni scientifiche ben chiare dietro a questi fenomeni. Prima di tutto, ci sono le numerose tempeste tropicali e gli uragani che attraversano quest’area. Inoltre, quest’are è attraversata dalla corrente del Golfo, che può causare improvvisi ed estremi cambiamenti del tempo.

Secondo la NOAA, inoltre, diversi studi suggeriscono che quest’area presenta una particolare anomalia geomagnetica. Questa particolarità può far sì che la navigazione di una nave o di un aereo punti verso il nord “vero” piuttosto che verso il nord “magnetico”, causando errori di navigazione. Altri esperti sottolineano però che le anomalie magnetiche si trovano in tutto il mondo e non sono esclusive di quest’area.

Le superstizioni e le storie prevalgono ancora, soprattutto perché si ritiene che in questa zona ci siano più sparizioni o incidenti tragici rispetto ad altre parti del mondo. In realtà, questo non è vero. Il World Wildlife Fund ha individuato le acque più pericolose del pianeta, ma il Triangolo delle Bermuda non è tra queste.

I piloti evitano davvero questa zona?

Considerando la superstizione, molti pensano che i piloti di linea evitino attentamente questa zona dell’oceano. Naturalmente, chiunque abbia volato verso i Caraibi, probabilmente sa che non è così.

Un controllo su Flightradar24 mostra che ci sono molti voli che attraversano abitualmente il Triangolo delle Bermuda. Anzi, se non fosse possibile farlo, le vacanze ai Caraibi sarebbero impossibili per buona parte delle persone.

gli aerei passano sul triangolo delle bermuda
In realtà, molti voli passano abitualmente nella zona del Triangolo delle Bermuda – grantennistoscana.it

I voli, al giorno d’oggi, sono costantemente monitorati e i piloti possono contare su un supporto dalla base in caso di errore di navigazione. Anche le condizioni meteorologiche sono attentamente monitorate ogni volta che un aereo deve decollare. Gli incidenti, naturalmente, si verificano ancora, ma non più che in altre parti del mondo.

L’indagine sulle teorie cospirative del Triangolo delle Bermuda, in generale, è più una ricerca paranormale che scientifica. Anche se parlare di queste teorie può essere certamente divertente, si può essere certi che l’industria aerea non pianifica le sue rotte sulla base di queste storie.

Come sono nate le leggende sul Triangolo delle Bermuda?

Oggi la National Oceanic and Atmospheric Association degli Stati Uniti non condivide la reputazione soprannaturale del Triangolo delle Bermuda. Anzi, afferma da anni che non esiste alcun mistero da risolvere.

Tuttavia, alcuni episodi che si sono avvicendati in questa zona erano davvero difficilmente spiegabili in passato. Tra questi c’è la storia del Volo 19, una delle prime a diffondersi nei notiziari internazionali e che contribuì alla nascita della leggenda

In quell’episodio, un gruppo di cinque aerosiluranti scomparve completamente nel Triangolo delle Bermuda nel dicembre del 1945. Non si trovarono i relitti né i corpi dei 14 membri dell’equipaggio.

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Alcuni casi di sparizione sono effettivamente molto misteriosi – grantennistoscana.it

Lo scienziato australiano Karl Kruszelnicki, che si è interessato a lungo dei misteri di questa zona, ha cercato di diramare i dubbi anche su questa vicenda. “Al comando della flotta aerea c’era il tenente Charles Taylor che, in precedenti occasioni, aveva già dimostrato di essere un navigatore talmente incapace da perdersi in mare“, ha detto Kruszelnicki.

Una volta in mare aperto, non ha seguito la procedura standard. E invece di tornare verso ovest, ha continuato ad andare verso est. Più in là, nell’Oceano Atlantico, gli aerei hanno esaurito il carburante e sono scomparsi“. Secondo lo scienziato, quindi, in questa storia si intrecciano fattori ambientali e errori umani.

Secondo Kruszelnicki, anche le dimensioni e la profondità dell’oceano potrebbero aver alimentato le fiamme del Triangolo delle Bermuda. “Oltre all’enorme numero di tempeste, un altro dato di fatto è che l’oceano in quel punto non scende fino a 5.000 piedi, ma fino a 30.000“, ha detto. “Quando qualcosa va giù, resta giù“.

Kruszelnicki ha anche ricostruito la copertura mediatica che la zona e gli incidenti avvenuti hanno avuto nel corso degli anni. Secondo lui, è piuttosto emblematico il fatto che una delle prime storie sul Triangolo delle Bermuda, scritta da Vincent Gaddis, apparve su una rivista di fantascienza, Argosy.

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