Tumore ancora purtroppo molto diffuso in Italia e nel mondo, quello al seno presenta alcuni sintomi specifici: eccoli tutti
Secondo le stime del 2022, in Italia il tumore al seno è la neoplasia più diagnosticata tra le donne e un tumore maligno ogni tre è mammario: l’anno scorso le nuove diagnosi sono state più di 55mila, con un incremento rispetto a due anni prima dello 0.5%. Il carcinoma mammario, inoltre, non è solo il più diagnosticato tra le donna ma anche la prima causa di morte per tumore: nel 2018 ha causato più di 13mila decessi. Ecco quindi cosa c’è da sapere, quali sono i sintomi e come lo si previene.
Il seno è costituito principalmente da grasso e da tessuto connettivo. Al suo interno sono poi presenti i lobuli, delle strutture ghiandolari responsabili della produzione del latte, che fuoriesce mediante i dotti mammari. Quando si parla di tumore al seno, bisogna distinguerlo nelle sue due tipologie: quello in sito, cioè non invasivo, si sviluppa nei dotti e non si espande ulteriormente; quello invasivo, invece, può estendersi al di fuori del seno e rappresenta il 75% di tutti i casi di cancro al seno. Attraverso i linfonodi, poi, può diffondersi ad altri organi: ecco quindi quali sono i sintomi a cui prestare attenzione per diagnosticarlo in tempo.
La diagnosi precoce mediante gli esami di routine
Come per qualsiasi aspetto che riguarda la nostra salute, la forma preventiva più importante e più efficace che abbiamo è quella della visita periodica di controllo: per quanto riguarda il tumore al seno, questa si concretizza nella mammografia. Eseguirla periodicamente consente di individuare eventuali noduli problematici quando sono ancora molto piccoli, così da attaccarli immediatamente ed evitare il loro ingrossamento e la loro eventuale diffusione nel corpo. In Italia, la mammografia è consigliata a tutte le donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni con una cadenza di una volta ogni due anni ma, in alcune regioni, si sta sperimentando di allargare la fascia di età dai 45 anni ai 74 anni.
Nel caso in cui la mammografia dia esito negativo, la donna è invitata a ritornare dopo un paio d’anni a ripetere lo stesso controllo, oppure viene sollecitata ad avvicinare le visite per un sospetto da comprovare. Se invece l’esame dà esito positivo, la paziente viene indirizzata ad effettuare un trattamento e inizia un percorso di assistenza specifico.
I sintomi del tumore al seno
È molto difficile che il tumore al seno dia dei sintomi, poiché nella maggior parte dei casi è totalmente asintomatico e questa sua caratteristica lo rende ancora più subdolo. Di fatto, però, c’è una situazione che spesso allarma le donne e che le porta ad effettuare una visita: la mastodinia. Si tratta del comune dolore al seno, spesso accompagnato da una sensazione di tensione: sebbene almeno il 70% delle donne l’abbia provata almeno una volta nella propria vita senza aver per forza un tumore mammario, se ne evidenziano due tipologie.
La forma ciclica è quella più comune e si caratterizza per un dolore unilaterale o bilaterale, con tensione mammaria crescente e decrescente in base alla fase del ciclo mestruale della donna. In questo tipo di dolore, ha un peso importante la componente ormonale quindi l’eventuale assunzione di anticoncezionali o il trattamento per la sterilità.
La forma non ciclica, invece, rappresenta solo il 25% dei casi di mastodinia, riguarda solo uno dei due seni ed è di natura infiammatoria. Il dolore è ben localizzabile da parte della donna, la quale spesso si allarma poiché non è abituata a sentire una tensione di questo tipo: in questo caso, è utile rivolgersi a un medico per effettuare degli esami più approfonditi.
Dolore significa tumore?
Secondo la chirurga senologa Valentina Errico, che opera all’Humanitas San Pio X, la maggior parte delle cause del dolore al seno non devono far preoccupare: spesso passa da solo. Se però la mastodinia dovesse persistere e associarsi a gonfiore ed arrossamento, allora è meglio farsi visitare. È raro che i tumori mammari diano dolore ma, nel caso in cui siano di natura infiammatoria, allora potrebbero dare come primo segnale questa sensazione.
L’importanza dell’autopalpazione
Oltre alla mammografia da eseguire ogni due anni, fin dall’età della pubertà è importante imparare ad eseguire l’autopalpazione del seno, mediante la quale si impara a conoscere il proprio tessuto mammario e, quindi, si può riconoscere un eventuale cambiamento. Per eseguirla è importante mettersi allo specchio, alzare il braccio e piegare il gomito mettendosi la mano sulla nuca e, con la mano opposta, fare pressione con indice, medio e anulare sull’ascella, partendo da lì ed arrivando fino al seno. A questo punto, disegnando una spirale, lo si tasta fino a raggiungere il capezzolo, da osservare e da spremere: non deve uscire alcun liquido e non deve cambiare d’aspetto.
L’autopalpazione è da eseguire sia su un seno che sull’altro e, accompagnata da un esame visivo per notare eventuali modifiche nel colore, nella consistenza della pelle o nella forma del seno, consente di individuare precocemente eventuali noduli, nonché un inaspettato ingrossamento dei linfonodi ascellari. Eseguirla periodicamente, per esempio ogni due settimane, permette sia di imparare a riconoscere ciò che si sta toccando, sia di percepire eventuali “intrusi” precocemente: ricordiamoci che il tumore al seno è spesso asintomatico.