Numeri spietati e inquietanti: ecco le zone in cui ci si ammala di tumore più facilmente senza avere la possibilità di scoprirlo in tempo!
Per quanto la tecnologia e la medicina stiano facendo ogni giorno passi da gigante, il tumore rimane una di quelle manifestazioni più pericolose. Detto anche cancro, si caratterizza per la proliferazione di cellule che si infiltrano in tessuti, apparati ed organi alterandone la struttura e il funzionamento.
I tumori possono essere solidi, quindi con una massa di tessuto cellulare e del sangue, come leucemie e mielomi. I principali sintomi sono legati alla zona che viene colpita, ma non sempre si manifestano in tempo: è proprio il tempismo, però, l’aspetto principale nella cura del tumore e nelle probabilità di sopravvivenza.
Poiché i tumori tendono ad ampliarsi e a diffondersi nel corpo, dando vita anche a diverse metastasi, trovarli in tempo e agire il prima possibile è fondamentale per arrestare questo processo e riportare il corpo in uno stato di salute generale.
Le cause del tumore sono molto ampie e, se da una parte ci sono comportamenti e abitudini come il fumo di sigaretta o il consumo frequente di alcol o di altri cibi cancerogeni, dall’altro ha un forte peso anche la genetica, l’ambiente attorno alla persona e in generale lo stile di vita: si tratta di una patologia multifattoriale. Ecco però le zone nelle quali trovarlo in tempo è più difficile: rimarrete a bocca aperta.
Tumore: diagnosi e cura
La diagnosi di tumore può variare nelle modalità a seconda della localizzazione del cancro, ma in generale, per verificarne la presenza si eseguono la TAC, la PET, l’ecografia e la risonanza magnetica, con degli indispensabili esami del sangue. Lo stadio di avanzamento del tumore e la sua aggressività, invece, vengono verificati mediante l’analisi istologica dei tessuti.
Sono vari anche gli approcci curativi, in merito al tumore. Questi infatti si distinguono in base alla tipologia di cancro, alla sua localizzazione, allo stadio della malattia, alla presenza o meno di metastasi e alle condizioni generali di salute del paziente, nonché alla presenza di eventuali commorbità. Si mettono in campo sia terapie farmacologiche, come chemioterapia e radioterapia che approcci chirurgici, finalizzati alla rimozione della massa tumorale o alla sua riduzione in termini di volume.
Dopo il trattamento, se tutto è andato bene, il paziente entra nella fase di follow up, cioè un periodo di tempo nel quale si effettuano periodici controlli per verificare che tutto proceda al meglio e che le terapie funzionino adeguatamente.
I tumori più frequenti
In generale, ci sono alcuni tumori molto rari mentre altri sono estremamente frequenti. Il più diffuso è quello alla mammella che, nel 2022, segna un incremento dello 0.5% in più rispetto al 2020 secondo i dati raccolti da diverse organizzazioni del settore.
Altamente diffuso anche quello al polmone, al colon-retto e alla prostata, nonché quello alla vescica. Parallelamente, poi, negli ultimi tre anni sono diminuite anche le nuove diagnosi: questo è da correlare direttamente all’emergenza sanitaria legata alla pandemia, che ha imposto lo stop agli screening oncologici per concentrare tutte le forze e le risorse sulla pandemia.
Dall’altro lato, però, è importante sottolineare che dal 2015 al 2021 il tasso di mortalità per cancro è sceso del 10% negli uomini e dell’8% nelle donne.
Diagnosi in ritardo: attenzione a queste zone
Come abbiamo già anticipato, è fondamentale che la diagnosi di tumore arrivi il prima possibile: questo consente infatti di agire in tempo, riducendo la possibilità di metastasi nel corpo e impedendo al tumore di diffondersi ed ampliarsi ulteriormente. In Italia, però, è necessario sottolineare una realtà davvero emergenziale. La possibilità di accedere a una diagnosi precoce di tumore dipende dalla zona in cui si vive.
Un esempio: i programmi di prevenzione per il tumore al seno e al colon-retto, due dei più diffusi, raggiungono il 63% e il 45% al nord, mentre solo il 23% e il 10% al sud. A peggiorare ulteriormente la situazione sono le disparità socio-economiche: chi è più ricco ha più possibilità di potersi curare e, di conseguenza, di riuscire a guarire.
Questo, infatti, è correlato al fatto che spesso non basta sottoporsi alle cure mediche per guarire: chi è malato di tumore deve anche affrontare visite specialistiche costose, viaggi anche importanti verso strutture speciali molto lontane da casa, assistenza infermieristica anche domiciliare, sedute di fisioterapia e psicologia.
Parallelamente, poi, si deve sottolineare una riduzione dell’orario di lavoro e, di conseguenza, minori entrate economiche: visto lo scenario, è chiaro che chi ha più soldi parte avvantaggiato.
Negli Stati Uniti, da qualche anno è diventato un tema di dibattito il cosiddetto cancer financial toxicity, cioè la tossicità finanziaria del cancro. Proprio per evitare che questa malattia li porti in bancarotta, lì dove la sanità è solo ed esclusivamente privata e quindi richiede il pagamento di ogni singola operazione sanitaria, molti pazienti quando scoprono di avere il cancro decidono di non sottoporsi ai trattamenti curativi, così da non rovinare le prospettive economiche di tutta la famiglia.