Il Milan è pronto ad accogliere un nuovo bomber, un attaccante capace di garantire gol e giocate: scopriamo di chi si tratta.
Nei giorni scorsi il mondo Milan è stato sconvolto dall’addio improvviso di Paolo Maldini. La leggenda del club rossonero, un campione tra i più grandi avuti dal nostro calcio, capace di vincere praticamente ogni trofeo (ad eccezione del Mondiale che è giunto paradossalmente dopo il suo ritiro), era tornato in questi anni in un’altra veste.
Da un lato era una figura di raccordo tra stampa, squadra e società, dall’altro era anche l’artefice – insieme a Massara, anche lui fuori dai giochi – della costruzione di una rosa che negli ultimi due anni è salita sul tetto d’Italia ed è arrivata tra le prime quattro squadre d’Europa. Risultati che si possono definire inattesi se si considera qual era il punto di partenza, da quanti anni il Milan non era più competitivo a livello nazionale e internazionale.
Il tifoso rossonero è consapevole di questo ed è chiaramente riconoscente a Maldini e Massara per il lavoro fatto. Partendo da questa base è chiaro che la stagione attuale, per quanto al di sotto delle aspettative, viene vista dal tifoso sotto una luce non troppo negativa. Analizzando i risultati veri e propri però non si può negare che qualcosa quest’anno non abbia funzionato.
Da campioni d’Italia in carica era lecito attendersi un campionato di vertice ed invece se la Juventus non fosse stata penalizzata non sarebbe giunta nemmeno la qualificazione alla Champions League. Una volta giunti alle semifinali contro l’Inter, ci si sarebbe aspettati quantomeno che il Milan desse filo da torcere ai cugini ed invece ha perso nettamente lo scontro diretto, giocando peggio il ritorno.
Il Milan ha perso malamente anche la Supercoppa Italiana contro l’Inter ed è uscito anzitempo dai giochi in Coppa Italia. L’esito della stagione, senza considerare attenuanti e riconoscenza per gli anni precedenti, è solamente negativo, si salva poco o nulla. Cos’è successo? La rosa è stata sopravvalutata dopo la vittoria dello scorso anno? La colpa è solo di un mercato incapace di portare talenti in grado di alzare l’asticella?
Pioli e la difficoltà di inserire i giocatori nel suo schema
In questi anni è stato spesse volte osannato Pioli per aver amalgamato il gruppo ed aver creato un sistema di gioco che diverte e funziona. I risultati ottenuti dal tecnico del Milan sono oggettivamente positivi nel complesso, poiché prima del suo arrivo nessuno si sarebbe aspettato la qualificazione europea nella stagione 2019/2020, nessuno avrebbe pensato di vedere il Milan lottare per lo scudetto nella stagione 2020/2021 e ancor meno persone avrebbero scommesso sulla vittoria dello scorso anno.
Il problema è che dopo aver vinto le aspettative si alzano. Probabilmente nessuno credeva realmente nella conferma, ma era d’obbligo che il Milan ci provasse. Quella attuale è stata la peggiore stagione da quando Pioli è sulla panchina dei rossoneri e parte della colpa è anche sua. Se nessuno degli acquisti si è rivelato in grado di dare un contributo (ad eccezione di Thiaw, il quale però è stato tenuto ai margini fino al finale di stagione) è anche perché Pioli predilige non cambiare mai nulla.
Le stesse difficoltà d’inserimento le hanno avute Tonali – divenuto poi titolare quando bisognava fare a meno di Kessie – e Leao. Il portoghese ha faticato a trovare posto da titolare e negli schemi di Pioli per due stagioni. Il tecnico gli preferiva Rebic come esterno alto a sinistra, ma persino Krunic in alcune occasioni. Questo perché per Pioli è determinante che un calciatore segua perfettamente a livello tattico i suoi dettami.
Vi basti pensare a quale fine abbia fatto il norvegese Hauge dopo un debutto sensazionale con la maglia rossonera. Il ragazzino aveva strabiliato tutti e dopo l’impatto che aveva avuto ci si aspettava giocasse, invece Pioli lo ha relegato in panchina perché tatticamente non seguiva i suoi dettami e non faceva ciò che voleva lui in fase difensiva. Hauge ci ha provato, diventando meno estemporaneo e più preoccupato a mantenere la posizione, di conseguenza meno imprevedibile ed esplosivo delle prime partite.
Ovviamente il fallimento di Hauge non è da imputare esclusivamente al tecnico, ma la sensazione di aver bruciato un talento c’è e c’è anche in alcuni frangenti di questa stagione. Senza andare su CDK, talento belga che ha faticato a dimostrare le sue qualità, pensate ad Adli. Il fantasista francese ha fatto un fase di preparazione strabiliante, mostrando colpi d’alta scuola e visione di gioco, ma l’avete mai visto in campo? Il centrocampista Vrankx ha giocato poco o nulla ed è stato crocifisso per un errore da subentrato, senza mai avere possibilità di rifarsi.
Qualcuno ha poi visto in campo Sergino Dest? Pur di non farlo giocare Pioli ha ritrasformato Kalulu in terzino destro, dopo che il suo spostamento come centrale di difesa era stato fondamentale per la vittoria dello scudetto dello scorso anno. Infine Thiaw, difensore giovane e di sicuro talento che ha cominciato a giocare solo per necessità, ma che fino a quando non è stato necessario ha visto il campo poco o nulla.
Campagna acquisti fallimentare
Se è vero che Pioli non è in grado di adattare i suoi schemi ai calciatori che ha a disposizione e dunque è poco flessibile con talenti che sfuggono a precisi dettami tattici, è anche vero che la dirigenza è consapevole di questa caratteristica ed ha fallito nell’intento di consegnargli calciatori che fossero utili ai suoi schemi.
In un impianto funzionante come quello del Milan dello scorso anno c’era bisogno di avere dei ricambi per alcuni ruoli, ma anche di calciatori che innalzassero il livello della squadra. C’era dunque bisogno di un esterno offensivo in grado di dare manforte a Leao nella costruzione di gioco e nelle ripartenze. C’era bisogno di centrocampista d’esperienza in grado di dare sostanza in fase difensiva e capace di gestire le fasi di gioco e possesso palla al posto del partente Kessie. C’era infine bisogno di un attaccante in grado di sostituire l’infortunato Ibrahimovic.
A centrocampo è fallito l’arrivo di Renato Sanches, calciatore che avrebbe potuto innalzare il livello qualitativo della squadra e non far rimpiangere Kessie. Sulla destra d’attacco non è arrivato nessuno e al posto dell’esterno sono arrivati due trequartisti atipici e tatticamente anarchici come Adli e De Ketelaere. In attacco è arrivato Origi, il quale da tempo non giocava come titolare e da anni si era dimostrato fisicamente fragile.
Insomma Maldini e Massara da un parte hanno dovuto fare i conti con una disponibilità economica limitata e dall’altra non sono riusciti a trovare i profili giusti per puntellare la rosa secondo le esigenze del loro tecnico.
Una nuova era
Sebbene non si conoscano i dettagli della discussione tra Cardinale e Maldini che ha portato all’addio di quest’ultimo, è abbastanza evidente che la nuova proprietà abbia individuato in lui e Massara i principali artefici di una stagione al di sotto delle aspettative. Si ricomincerà dall’uomo mercato occulto di questi anni, quel Joeffrey Moncada che è arrivato come talent scout è che è principale artefice di arrivi come Leao, Hernandez e Kalulu.
La proprietà ha tranquillizzato l’ambiente assicurando che sarà fatta una grande campagna acquisti e che la prossima sarà una grande stagione per il Milan. La paura che siano parole di circostanza c’è, ma basterà qualche acquisto esaltante per fugarla. Ci sarà maggiore disponibilità economica? Il Milan acquisterà giocatori di esperienza e già affermati o in via di affermazione o continuerà a puntare su profili semi-sconosciuti?
Il primo rinforzo potrebbe essere Marcus Thuram
Le voci di queste ore sembrano indicare che la rotta possa essere quella già intrapresa da anni, giovani talenti e colpi a parametro zero per far quadrare i bilanci. Pare infatti che il Milan stia spingendo forte per l’arrivo di Marcus Thuram, attaccante nel giro della Nazionale francese e in forza al Borussia Monchengladbach che è in scadenza di contratto a fine giugno e arriverebbe a parametro zero.
Non si tratta di un nome nuovo, visto che è stato accostato al Milan già la passata stagione, ma l’occasione di prenderlo a parametro zero potrebbe fare concretizzare il lungo corteggiamento. A differenza del partente Origi (se ne andrà anche Rebic) si tratta di un calciatore in ascesa e finora in buono stato di salute fisica.
Il figlio d’arte (il padre è Lilian Thuram, ex giocatore di Parma e Juve) viene da una stagione positiva in cui ha mantenuto una media di 1 gol ogni due partite (non propriamente da bomber di razza) e può giocare sia al posto di Giroud al centro dell’attacco che come esterno di destra all’occorrenza. Attaccante molto rapido e tecnico, potrebbe essere un’arma in più in contropiede e una chiave per la ricerca della profondità e della verticalizzazione negli schemi di Pioli.