È possibile richiedere il rimborso se l’albergo o la struttura dove è stato effettuato il soggiorno non ha rispettato le condizioni contrattuali.
Quando si va in vacanza difficilmente pensiamo che la prenotazione in un albergo o ristorante siano soggette a regole come nei comuni contratti. Invece sono equiparabili e di conseguenza sussistono i medesimi diritti e doveri delle parti.
Non parliamo (solamente) di truffe, cosa che succede sempre più spesso per le case al mare o agli studenti, ma di situazioni in cui un hotel non offre ciò che aveva promesso – e fatto pagare.
Il viaggio al mare o in montagna o nelle città d’arte dovrebbe essere quello che tutti si aspettano: un’esperienza piacevole. All’insegna del relax, dell’avventura, del benessere o della cultura enogastronomica. D’altronde abbiamo pochi giorni da sfruttare per staccare dal lavoro e riposarci, e vogliamo sfruttarli al massimo.
Tra l’altro il diritto alle ferie è proprio sancito dalle Leggi del nostro Paese, e il riposo o viaggio devono poter essere effettuati da tutti i lavoratori. Ma cosa succede se il luogo che abbiamo prenotato non corrisponde all’immagine pubblicizzata? Ecco come fare a rivendicare i propri diritti.
Arrivi a destinazione e l’hotel non è come pensavi? Hai diritto al risarcimento – anche morale
Oggi possiamo prenotare un soggiorno in diversi modi, affidandoci ad un’agenzia di viaggi oppure ai siti specializzati su internet.
Non è detto che all’agenzia di viaggi si riesca ad avere una maggior garanzia rispetto alle offerte promosse in rete, ma è anche verro che le truffe sono più frequenti sui siti online. Prenotare un viaggio è dunque qualcosa cui dobbiamo prestare molta attenzione poiché potremmo perdere diversi soldi ma soprattutto la serenità.
Sfogliando i cataloghi, cartacei o digitali che siano, vediamo sempre bellissime foto: stanze d’albergo grandi, luminose, che magari si affacciano su mari cristallini e spiagge dotate di tutti i comfort. Mentre scegliamo la tipologia di struttura, la località e tutte le opzioni ci immaginiamo come sarà bello vivere un momento di benessere totale, qualunque tipo di location desideriamo.
Non è infrequente, però, che all’arrivo a destinazione ci troviamo di fronte ad una realtà molto diversa da quella agognata. Ma soprattutto molto diversa da quella che ci è stata venduta. Perché ricordiamolo, per soggiornare da qualsiasi parte si spendono sempre i nostri soldi, spesso anche tanti.
I problemi possono essere di varia natura: la mancata pulizia della stanza o cambio della biancheria, ma anche la tipologia di stanza stessa, promessa come dotata di alcuni complementi (aria condizionata, ventilatore, frigobar…) o di dimensioni diverse da quelle percepite in foto.
Se qualcosa non va, il cliente deve innanzitutto chiedere al responsabile della struttura se sia possibile cambiare la stanza, oppure ovviare alle mancanze. In questo caso possono accadere due cose: o la struttura ammette l’errore e provvede a dare al cliente ciò che ha acquistato (beni e/o servizi che siano) oppure nega e fa finta di niente. A questo punto la vacanza è già praticamente rovinata, ma non tutto è perduto.
Se la tua vacanza è stata “un vero inferno” puoi richiedere il rimborso, ecco come fare
Come accennato all’inizio di questo articolo, una prenotazione in hotel o campeggio o struttura ricettiva è equiparata ad un classico contratto, quindi vi sono obblighi e diritti vantabili da tutte le parti. Il cliente deve pagare – anticipatamente, durante o a fine soggiorno – e l’albergatore deve fornire il bene promesso.
Se ciò non accade, e come detto poco sopra non si riesce a risolvere in loco, purtroppo c’è una sola cosa da fare: cercare di godersi quel che rimane della vacanza e poi, una volta rientrati a casa fare un reclamo formale e scritto.
Nel mentre, però, si dovranno fare anche le foto di quello che non va, così da mostrare le prove concrete nella fase di reclamo. Secondo la Legge questo dovrebbe essere fatto entro 10 giorni dalla fine del soggiorno, ma in molti casi viene accettata la richiesta anche più tardi.
Il modo migliore per inviare un reclamo è farlo attraverso una PEC (Posta Elettronica Certificata), poiché si tratta di un tipo di comunicazione valida legalmente. Il titolare della struttura ha la facoltà, a questo punto, di concedere un rimborso, parziale o totale, di quanto speso dal cliente insoddisfatto. Se si rifiuta, il cliente può anche intentare una causa civile. E se porta avanti la causa con ragione, mostrando le prove, otterrà molto probabilmente anche i danni morali.