Ghiaccio nel vino: una moda che sembra aver preso piede, malgrado diverse ragioni sconsiglino di rinfrescarlo in questo modo.
Non mancano del resto le alternative per rinfrescare il vino, anche se bisogna prendere atto che quella che un tempo era una pratica tabù (cubetti di ghiaccio del vino) adesso appare ampiamente sdoganata.
Non sono tempi particolarmente felici per gli amanti del vino, accerchiati come sono da un lato da un’aggressiva mentalità igienistico-salutista (che potendo lo bandirebbe all’istante dalle tavole) e dall’altro dalla sconcertante cultura dello sballo (che svilisce non meno l’antico nettare degli dèi).
Tra proibizionisti e avvinazzati oggi Bacco se la vede brutta, ammettiamolo. Le vecchie certezze sul vino che credevamo ben custodite in cassaforte (del resto la vite fa compagnia all’uomo fin dall’età della pietra) sembrano scricchiolare sempre più. Una di queste verità sul vino messe in discussione è quella che una volta sarebbe apparsa l’eresia delle eresie: rinfrescare il vino col ghiaccio.
Un tempo sarebbero cadute teste (metaforicamente, ma non troppo) se qualcuno avesse osato aggiungere cubetti di ghiaccio al vino. Un tempo, appunto. Oggi a quanto pare anche questa pratica è stata sdoganata e c’è poco da fare se non prenderne atto: il ghiaccio nel vino non rappresenta più un tabù.
Vino “on the rocks”: dove è nata questa tendenza
La tendenza ribattezzata “cocktailizzazione” del vino ormai è una moda per nulla passeggera. Ha cominciato a prendere piede in Francia diversi anni fa e dopo essersi consolidata ha spinto diversi produttori – tra i quali i produttori di Provenza, di Gris de Gris di Camargue, e perfino quelli di Champagne – a dare vita a vini appositamente pensati per essere bevuti coi famigerati (un tempo) cubetti di ghiaccio.
“Wine on the Rocks”: da un pezzo questo slogan non più un tabù o una contraddizione in termini. L’usanza di aggiungere cubetti ghiacciati al vino è stata sdoganata anche da sommelier di spicco e da seguitissimi Wine Blogger, all’insegna di un consumo più “creativo” e personalizzato del vino.
Ghiaccio nel vino: le ragioni del “no”
Sdoganamenti e sdoganatori a parte, teoricamente il ghiaccio nel vino non dovrebbe proprio andarci. E questo per tre ordini di ragioni almeno.
La prima ragione è che se è vero che il ghiaccio abbatte la temperatura del vino, è altrettanto vero che altera in maniera drastica la percezione del suo sapore. In questo modo aumenta le sensazioni di “durezza” (come sapidità e acidità).
Ma ci sono anche una seconda e una terza ragione che sconsigliano caldamente (passateci il gioco di parole) di rinfrescare il vino col ghiaccio: i cubetti modificano alcune componenti del vino (come la CO2 nello spumante) e inoltre, una volta sciolti, lo diluiscono irrimediabilmente (detto più volgarmente, lo annacquano). E con l’annacquamento (pardon, con la diluizione) vanno perse anche l’intensità e le caratteristiche aromatiche del vino.
Cubetti di ghiaccio nel vino: un’usanza ormai tollerata
Ma i tempi sono cambiati. Se in meglio o in peggio giudichi chi legge, ma sicuramente con grande sollievo per i gestori delle osterie, da sempre bersagliati da certe insistenti voci popolari che malignano su di loro accusandoli di allungare il vino con l’acqua. «Ci hai messo l’acqua e nun te pagamo!». Non dice forse così quella notissima canzone popolare romana?
Fatto sta che negli ultimi anni, vuoi per la moda, vuoi per un approccio meno tradizionale al bere, le maglie si sono allentate anche sulle rigide regole che avrebbero fulminato con la scomunica chi avesse anche solo provato ad aggiungere qualche cubetto di ghiaccio al vino. Adesso l’aggiunta di ghiaccio è decisamente più tollerata, in particolare per quel che riguarda bianchi, rosati e bollicine.
Soprattutto con l’avanzare dell’estate e l’aumento delle temperature sono sempre più gli amanti del vino abituati a diluirlo col ghiaccio: per aumentarne freschezza e bevibilità. Ma non sono le uniche aggiunte a finire nel bicchiere. Accennavamo prima alla “cocktailizzazione” del vino, completata appunto da frutta o da altri ingredienti che trasformano di fatto il vecchio dono di Bacco in un cocktail estivo a tutto tondo.
Metodi alternativi al cubetto di ghiaccio per abbassare la temperatura del vino
Ma quali modi ci sono, alternativi al cubetto di ghiaccio, per abbassare la temperatura del vino? È cosa nota che la temperatura con cui ci viene servito il vino è decisiva per permetterci di apprezzare appieno le caratteristiche tipiche di ciascun prodotto. Un prezioso alleato, in tal senso, è il frigorifero. Nel caso di un vino rosso basta un’oretta al fresco in frigo prima di servirlo a tavola. Tempi decisamente più lunghi invece (varie ore) per i vini bianchi.
Che fare invece per chi è alle prese con la più classica cena last-minute, organizzata all’ultimo minuto? Niente paura, possiamo cavarcela anche in zona Cesarini grazie al freezer (30-40 minuti dovrebbero essere sufficienti) o facendo ricorso ai servigi del tradizionale secchiello col ghiaccio, al quale aggiungeremo un pizzichino di sale in modo da abbassare il punto di fusione dei cubetti ghiacciati. In alternativa potremmo puntare sulla glacette: un contenitore termico in grado di isolare la bottiglia e rallentarne così il riscaldamento.
Vino “cocktailizzato”: moda passeggera o tradizione ormai consolidata?
Dicevamo della “contaminazione” tra vino e cocktail. Sicuramente anche i puristi qualche volta avranno assaggiato, magari in un’afosa serata estiva o in occasione di qualche aperitivo con gli amici, i cocktail a base di vino. Come la Sangria o i nostrani Bellini e Mimosa.
Dunque la “cocktailizzazione” del vino, alla base di tanti drink di successo, sembra tutt’altro che una moda destinata a svanire in fretta. Particolare apprezzamento, in quest’ottica, lo riscuotono i vini aromatici: un Moscato con ghiaccio e menta è una soluzione molto gettonata nel periodo estivo. Per tacere del Prosecco (o Prosecco Rosé) o dello Spritz in tutte le sue varianti, ormai presenze fisse negli aperitivi. Molto gradito è anche il Riesling con aggiunta di limonata e frutta fresca (mele, arance, fragole).
Che dire, sembra che il cubetto di ghiaccio abbia proprio… rotto il ghiaccio e sia qui per restare. Forse è troppo presto per parlare di tradizione, di sicuro è una moda che ha preso piede. Per quanto tempo, questo lo scopriremo solo vivendo.