Vita di coppia: le frasi tipiche pronunciate da chi crede che amare sia rendere felice solo lui o lei

Anche le espressioni che usiamo sono spie che indicano quando uno dei due partner si “autoannulla” per la felicità dell’altro.

Spesso e volentieri questo capita quando si crede che l’amore consista solo nel rendere felice la persona amata. Dimenticando che anche noi abbiamo bisogno di un ricambio di amore.

frasi tipiche di chi si autoannulla per amore
Alcune frasi tipiche sono indicative della qualità della vita di coppia – grantennistoscana.it

L’amore è una forza misteriosa in grado di trasformarci e rigenerarci interiormente. È veramente, come diceva Dante, ciò «che move il sole e l’altre stelle». Al tempo stesso l’amore è facilmente equivocabile: allucinazioni e miraggi in questo campo sono all’ordine del giorno. Sono innumerevoli i sentimenti e le situazioni che si mascherano sotto il nome dell’amore ma che di amorevole hanno ben poco.

In tempi non sospetti il linguista Uwe Pörksen aveva coniato l’espressione «parole di plastica» (o «parole ameba») per indicare tutti quei termini «mutaforma» che cambiano la loro forma per adattarsi alle intenzioni comunicative di chi le utilizza. Insomma, parole astratte che non hanno più alcun legame col mondo della realtà, che possono dire tutto e niente. Parole di plastica, appunto, che nel caso dell’«ammore» si confondono facilmente con le «parole di burro» di una famosa canzone di Carmen Consoli che, guarda caso, parla di una relazione narcisistica.

Quando l’amore è malato, da forza rigeneratrice e trasformatrice può tramutarsi in qualcosa di assai meno benefico. E così, invece di darci gioia e di passarci vita, ci opprime e ci logora facendoci precipitare in una profonda insoddisfazione.

«Al cuor non si comanda». Ma è proprio vero?

Come è possibile che l’amore possa essere a tal punto croce e delizia? Tutto dipende da cosa si intende per amore. Pensiamo a una frase che sicuramente avremo sentito tutti almeno una volta nella nostra vita: «Al cuor non si comanda». Questa massima, che all’apparenza sembra scontata e ragionevole, in realtà contiene un messaggio pericoloso che rischia di rovinarci la vita.

al cuor non si comanda
Al cuore non si comanda? E chi l’ha detto? – grantennistoscana.it

Il problema qui è a monte. Sono proprio le basi a essere sbagliate. Già, perché credere che l’amore sia una forza tirannica e incomandabile presuppone una separazione netta tra il cuore (l’emozione) e il cervello (la ragione).

Ma è proprio così? Proprio per niente! Le ragioni del cuore e quelle della ragione sono fatte per convivere e integrarsi tra di loro. Il divorzio tra emozione e razionalità è una ricetta buona solo per provocare disastri.

«Va’ dove ti porta il cuore». Dipende da cosa intendiamo con «cuore»

Come spesso succedeva, gli Antichi usavano un’immagine mitica per esprimere concetti come questi. Nel nostro caso raffiguravano l’uomo come una biga alata guidata da un auriga (che simboleggiava la ragione) e trainata da due cavalli, che rappresentavano invece le passioni. Secondo la saggezza antica era la ragione che doveva guidare le passioni, o meglio, che doveva integrarsi con esse stabilendo la direzione da seguire.

Va' dove di porta il cuore
«Va’ dove di porta il cuore»: un altro slogan discutibile – grantennistoscana.it

Slogan – ripetuti un po’ dappertutto oggi – come «al cuor non si comanda» o «va’ dove ti porta il cuore» ci invitano invece a sbrigliare i cavalli, lasciando le redini della nostra biga alla mercé delle passioni scatenate. Che regolarmente se ne vanno dove vogliono, con esiti quasi mai piacevoli.

Il grande scrittore anglo-irlandese C. S. Lewis – il celebre autore, tra le altre cose, delle Cronache di Narnia – una volta scrisse che nell’uomo la testa governa le viscere per mezzo del petto, vale a dire del cuore, che per lui era una sorta di canale di collegamento tra il cervello e la pancia. In sostanza, è nel cuore che la ragione e l’emozione si integrano.

Quando questo collegamento cervello-pancia si spezza, ragione e emozione non si integrano. Di conseguenza siamo guidati solo dal cervello o solo dalla pancia. Ma né uno né l’altro, da soli, possono guidarci nella maniera ottimale. Se la pancia o il cervello che ci comandano ci portano su sentieri sofferti e interrotti, questo vuol dire una cosa sola: che manca l’integrazione, cioè che in noi raziocinio e emozione sono scissi.

Quando ricevere amore vuol dire proteggerci

Un tipico caso di scissione si verifica quando ci dimentichiamo che l’amore è uno scambio organico dove ognuno di noi dà e riceve. L’amore è una reciprocità creativa dove non possiamo dare senza ricevere. Senza questo contraccambio facilmente una delle due parti coinvolte finisce per immolarsi totalmente sull’altare di questo amore malinteso.

accettare amore come fattore di protezione
Accettare di farsi amare ci protegge da dipendenze malsane – grantennistoscana.it

Amare così diventa un autoannullarsi dove ci si sacrifica interamente per il partner e si cerca solo il suo bene. Trascurando però il proprio bene, azzerando i propri bisogni. Il rischio, così facendo, è di cadere in una forma di malsana dipendenza affettiva che insorge quando ci si mette tra parentesi e si dona tutto di sé stessi senza ricevere nulla in cambio. Ma solo un Dio sa donare senza ricevere nulla in cambio. Noi siamo esseri umani, donne e uomini, non divinità. Senza ricevere amore ci prosciughiamo interiormente, ci inaridiamo.

Con la persona che amiamo condividiamo il nostro mondo. E lei/lui condivide il suo mondo con noi. A condizione di sapere che condividere non vuol dire identificare o fondere. La persona amata diventa una parte del nostro mondo, non un tiranno che pretende di essere tutto il nostro mondo e di prosciugarne per intero le risorse. Al contrario, l’amore vero dovrebbe far fruttare le nostre risorse, migliorarle e rigenerarle. La persona amata sa farci crescere come noi sappiamo far crescere lei, non annulla la nostra identità.

Quindi sapere che anche noi dobbiamo ricevere amore è un fattore di protezione: ci protegge dalla caduta nelle mani di narcisisti e manipolatori che ci sfruttano come se fossimo una miniera d’oro o un giacimento di petrolio. Salvo poi liquidarci quando le nostre risorse si sono esaurite.

«L’amore è cieco». Invece dovrebbe vederci benissimo

Qualcuno ha detto che nella dipendenza affettiva tendiamo a vedere solo i pregi dell’altro e a subirne soltanto i difetti. Come se fossimo ciechi. Ma anche l’idea che «l’amore è cieco» nasce da quella scissione tra ragione e emozione di cui parlavamo all’inizio.

L'amore è cieco
L’amore non è mai cieco: ci vede benissimo – grantennistoscana.it

Lo scrittore britannico G. K. Chesterton, grande maestro di paradossi, ha scritto una volta che «l’amore è prigioniero, e più è prigioniero meno è cieco […] Dal momento che il cuore è impegnato, abbiamo mano libera». Voleva dire che impegnare il proprio cuore non significa chiudere gli occhi davanti ai difetti del partner, al contrario. Solo chi ama davvero è capace di criticare (che viene dal greco krisis, che significa sia «scelta» che «giudizio») in maniera costruttiva, per farci migliorare davvero.

Cosa ci succede quando ci «accechiamo» per amore

L’amore cieco è solo un vicolo cieco. Non a caso questo sentimento malato è ben descritto nella famosa Ballata dell’amore cieco di Fabrizio De Andrè che parla di uomo che «s’innamorò perdutamente d’una che non lo amava niente» la quale, in un crescendo di richieste sempre più terribili e crudeli, lo porta a svenarsi e a morire per lei. E così, canta De Andrè, «la vanità fredda gioiva: un uomo s’era ucciso per il suo amore». Tipico caso di un «amore» solo di nome, non di fatto. In realtà a operare sotto la maschera dell’amore è niente altro che una vanità smisurata.

Mettersi completamente da parte, soffocare i propri bisogni però non è possibile a lungo. Il bisogno frustrato, calpestato e compresso non finisce semplicemente nel dimenticatoio, come se non esistesse più. Dall’oblio prima o poi il bisogno soffocato tornerà in superficie trovando la maniera per farsi sentire. E spesso lo farà sotto forma di disagio emotivo e/o di malessere fisico anche piuttosto invalidante. La lista dei malesseri fisici, ci ricordano gli psicologi, può essere piuttosto lunga: emicranie, dermatiti, psoriasi, malesseri cervicali, sindrome del colon irritabile, ecc.

Le frasi tipiche di chi crede che amare sia autoannullarsi

Essere ciechi e acritici davanti al partner significa, paradossalmente, rendere invisibili noi stessi. Dare meno fastidio possibile, non voler essere di peso. Tutti atteggiamenti che in amore rischiano di farci credere che non ci meritiamo nulla e che dobbiamo soltanto sacrificarci senza mai aspettarci di essere ricambiati.

frasi tipiche di un amore come autoannullamento
Sono numerose le frasi tipiche pronunciate da chi crede che amare sia solo fare la felicità del partner – grantennistoscana.it

Come se amare l’altro fosse un sacrificio unilaterale che incombe su una parte sola e non un sacrificarsi reciproco. Chi si annulla per «amore» è facilmente riconoscibile anche dal linguaggio usato per motivare il proprio autoannullamento. Questo perché ha la tendenza a impiegare spesso e volentieri queste frasi tipiche:

  • «Fai tu»
  • «Decidi tu al posto mio»
  • «Vivo solo per te»
  • «Non fa niente»
  • «Sei tutta la mia vita»
  • «Sono nulla senza di te»
  • «È sempre tutta colpa mia»
  • «Senza te niente ha senso»
  • «Sarei disposto/a a fare qualunque cosa pur di non perderti»
  • «Qual è la cosa che ti fa più piacere?»
  • «Va bene così»
  • «Non fa niente»

Tutte queste frasi tipiche (ma sono solo alcuni esempi, potrebbero essere molte di più) esprimono precisamente quella volontà di annullamento derivante, in ultima analisi, dalla scissione tra ragione e emozione che abbiamo menzionato all’inizio. Non è vero quindi che «al cuor non si comanda», che l’«amore è cieco» o che bisogna sempre «andare dove ci porta il cuore». Questo accade se riduciamo il cuore soltanto ai brividini dell’emozione, alle farfalle nello stomaco e così via.

L’amore può diventare una forza che rigenera e trasforma radicalmente la nostra vita solo se è fondato su giusti presupposti. Senza dimenticare cioè che amare l’altro fa rima anche con scelta, decisione e responsabilità, senso critico. Vuol dire guardare avanti nella stessa direzione, non equivale ad adorare il partner a prezzo di svalutarsi e annullarsi per lui o lei.

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