Durante Vite al limite, diverse persone affette da gravi patologie non ce l’hanno fatta: ecco le responsabilità del famoso dottor Nowzaradan
Ormai manca davvero poco per entrare ufficialmente nella stagione estiva, che di solito è quella più attesa dell’anno. Estate, nella stragrande maggioranza dei casi, significa mare e spiaggia. E cosa succede in questi contesti? Beh, ovviamente si mette in mostra, volenti o nolenti, il proprio fisico.
Motivo per cui, nei mesi precedenti, si cerca di prepararsi al meglio alla cosiddetta prova costume, praticando attività fisica in palestra, in un parco o magari anche dentro casa. Non è semplice imporsi uno stile di vita regolare e sano, cambiando in meglio l’alimentazione. Le distrazioni, in tal senso, sono parecchie, difatti soltanto attraverso costanza e dedizione si possono raggiungere grandi traguardi.
Non è una mera questione di estetica: l’immagine, specialmente nella società odierna, ha un peso tutt’altro che indifferente, ma prendersi cura del corpo è fondamentale pure e soprattutto per la salute di ognuno di noi. Esistono, però, dei casi davvero complicati: patologie gravi, che compromettono fortemente il percorso di vita di determinati individui. Basta osservare il noto reality show statunitense chiamato Vite al limite, che dal 1° febbraio 2012 va in onda sull’emittente televisiva americana TLC, di proprietà di Warner Bros. Discovery.
Dall’anno seguente viene trasmesso anche in Italia, sul canale di Real Time. Il programma è ancora in produzione e finora sono state pubblicate ben undici stagioni, con le prime quattro che presentano episodi da 45 minuti ciascuno, le altre da 85. Ogni puntata, entrando più nello specifico, segue per un anno (solo nella prima stagione i pazienti sono stati filmati per un periodo complessivo di sette anni) l’esistenza di persone patologicamente obese.
In genere si parte da un peso intorno ai 250-300 kg, tentando poi di ridurlo fino ad un livello nettamente più salutare attraverso l’ausilio di un bypass gastrico. Il compito di aiutare concretamente i soggetti in questione spetta a Younan Nowzaradan, chirurgo iraniano doppiato dagli attori Giorgio Lopez e Gianni Giuliano nella versione italiana.
Vite al limite, chi è Younan Nowzaradan
Nowzaradan, per chi non ne fosse a conoscenza, è il padre di uno dei due registi del programma, ossia Jonathan. È nato a Teheran, l’11 ottobre del 1944, ma è stato naturalizzato statunitense.
Si laureò in medicina nel lontano 1970, all’università della città che gli ha dato i natali. È stato un membro dell’American College of Surgery e da giovane si è specializzato in chirurgia vascolare e chirurgia bariatrica. In passato fu descritto come uno dei pionieri della chirurgia minimamente invasiva.
Come se non bastasse, si rese anche protagonista di alcune pubblicazioni accademiche legate all’obesità in qualità di autore. Il figlio Jonathan è sbocciato dal matrimonio tra Younan e Delores McRedmond. La coppia decise di sposarsi nel 1975 e il legame d’amore è durato la bellezza di quasi trent’anni.
Ecco i pazienti morti dopo Vite al limite
Nel corso degli anni, tantissimi personaggi sono riusciti nell’intento di raggiungere un peso forma che gli permettesse di migliorare notevolmente la qualità della loro vita. Non a tutti, però, è toccata la stessa sorte: ben 13 persone, infatti, sono morte durante il programma o qualche anno dopo per svariati motivi.
In cima alla lista troviamo il texano Henry Foots, il quale è apparso nel corso della prima stagione. Le cause del suo decesso non sono mai state rivelate. A seguire abbiamo Sean Milliken (quarta stagione), la cui situazione è stata estremamente complicata fin dai primi istanti. Fatale un arresto cardiaco nel 2019. Un anno più tardi, invece, è venuto a mancare James King (quinta stagione) per via di alcune complicazioni di salute come insufficienza epatica e renale.
Anche James ‘LB’ Bonner (sesta stagione) non è sopravvissuto, a causa di una ferita autoinflitta. Dopo la morte del ragazzo, la sua famiglia denunciò Megalomedia (casa di produzione del reality show) per non aver assistito a dovere la salute mentale di Bonner. Nel triste elenco si riscontra anche il nome di Robert Buchel (sesta stagione), il quale si arrese ad un attacco di cuore nel sonno.
Da Lisa Fleming a Gina Krasley: gli altri morti di Vite al limite
Passiamo, poi, a Lisa Fleming (sesta stagione): anche in questo causa il decesso è avvenuto per via di un attacco di cuore. Proseguiamo con un altro attacco cardiaco, riguardante Kelly Mason (settima stagione), morta dopo dieci mesi passati fra le mura della struttura gestita dal dottor Nowzaradan.
Tra i defunti abbiamo pure Coliesa McMillan (ottava stagione), la quale presentava numerosi problemi di salute e alla fine è venuta a mancare nel 2020. Sconosciute, invece, le cause del decesso di Gina Krasley (ottava stagione), la quale intentò una causa nei confronti di Megalomedia in riferimento ad una presunta negligenza verso i suoi problemi mentali.
Tornando alla sesta stagione, a non farcela è stata pure Renee Biran e le cause della morte di questa donna non sono state rese note. Quasi dieci anni dopo la sua partecipazione al reality, è venuta a mancare anche Ashley Randall (prima stagione), per via di un’estesa infezione.
Nessuna spiegazione ufficiale, invece, sulla morte di Destinee Lashaee, che per diversi anni ha lottato contro la depressione. Chiudiamo la lista con Laura Perez (terza stagione), che era tra i pazienti che avevano perso più peso. Pure lei deceduta per cause non note.