L’ex tennista Diego Nargiso ha parlato dei tennisti azzurri. Lo US Open si avvicina e i nostri non vogliono arrivare impreparati
Due impegni importantissimi nelle prossime settimane, prima lo US Open poi la Coppa Davis. Dei due tornei se ne intende bene Diego Nargiso visto che negli anni ’90 ne ha giocato diverse edizioni portando a casa ottimi risultati.
Ha spaziato un po’ su tutti i temi scottanti delle ultime settimane: il rendimento altalenante di Jannik Sinner, l’esplosione di Lorenzo Musetti che continua a tardare e infine i tanti problemi che sta riscontrando Matteo Berrettini sul cemento nordamericano. Tutti e tre cercheranno di tirare fuori buone prestazioni a New York, la data d’inizio si sta avvicinando a grandi falcate.
Oltre ovviamente alla Davis che inizierà subito dopo, all’Unipol Arena gli azzurri se la vedranno con i campioni in carica del Canada, che l’anno scorso gli hanno negato la finale, e le compagini di Cile e Svezia. Un girone abbastanza tosto quello del Gruppo A ma le motivazioni del team di Volandri rimangono alte, c’è tanta voglia di ottenere un successo che manca da quasi cinquant’anni.
Critiche aspre a Sinner: “Gli manca il servizio per competere con i big”
Una prestazione anonima quella di Jannik Sinner nel Masters di Cincinnati. L’altoatesino è sceso in campo in Ohio scarico di tensione nervosa dopo la vittoria del torneo di Toronto di pochi giorni prima. Contro Lajovic non c’è stata praticamente gara e ha dovuto dire addio alla competizione già al secondo turno. Per Nargiso però si tratta di un crollo del tutto fisiologico.
“Non mi ha sorpreso, lo dico da ex giocatore. Tornare a giocare dopo un successo importante come quello che aveva ottenuto è sempre difficile. Non riesci a ripresentarti con la stessa intensità fisica e mentale. Hai pochissimo tempo per abituarti ai campi, alle palline e al clima. Diciamo che questa gliela possiamo passare”, ha ammesso ai microfoni de LaPresse. Il primo 1000 in carriera per Sinner è stato accolto con entusiasmo da molti, la definitiva consacrazione pare ormai vicina, ora che si trova a poche posizioni dalla top 3 mondiale.
Ci ha messo tanto del suo ma anche la fortuna nei sorteggi ha giocato un ruolo fondamentale: “È rimasto costante e ha sfruttato ciò che il tabellone gli ha riservato. Tutti i giocatori che ha affrontato erano alla sua portata, li ha battuti in maniera autorevole. Non c’è niente di scontato in questo, ovviamente. Ha affrontato tennisti inferiori, questo è innegabile; è successo anche a Wimbledon. Bisogna tenerne conto”.
Secondo Nargiso per Jannik sarebbe infatti stato molto più difficile arrivare fino in fondo se avesse incontrato Medvedev o Alcaraz. Il talento di San Candido pecca ancora in uno dei fondamentali decisivi ovvero il servizio, rimane il suo limite più grande: “È devastante in risposta per sua fortuna. A Toronto ha servito male nel corso dell’intero torneo ma per confrontarsi con i migliori non può perdere con così tanta frequenza la battuta”.
Su Musetti e Berrettini: “Avranno qualche difficoltà allo US Open”
Sul pronostico per il prossimo US Open l’ex tennista lascia aperte molte possibilità. Sarà il grande palcoscenico dei soliti noti, certo, ma non mancheranno sorprese: “Djokovic, Alcaraz e Medvedev daranno spettacolo poi ci sono mine vaganti come Hurkacz, Fritz e Tiafoe che si esaltano sui campi rapidi”. Dopo il trionfo in Canada comunque non può non rientrare tra i favoriti anche Sinner: “Il contesto è decisamente aperto, il suo rendimento però è troppo influenzato dalla battuta e dall’efficienza del dritto in corsa. Credo che alla fine riuscirà ad andare abbastanza avanti”.
Non sarà l’unico italiano a Flushing Meadows visto che al torneo newyorchese prenderanno parte anche Lorenzo Musetti e Matteo Berrettini. Il primo reduce da una sconfitta abbastanza cocente al secondo turno contro Daniil Medvedev a Cincinnati, a prendere il sopravvento è stata la frustrazione per un divario troppo ampio: “Quando non hai gli strumenti adatti per battere l’avversario allora ti lasci andare alla frustrazione. Ha usato un linguaggio che capisco possa piacere poco ma Medvedev è uno che ti mette in difficoltà, ha colpi diversi e profondi. Musetti farà sempre fatica contro di lui”.
Chiosa finale sul rendimento del tennista romano che a Wimbledon aveva fatto rivedere alcuni dei suoi colpi migliori, uscendo agli ottavi di finale contro Carlos Alcaraz. Poi due brutte battute d’arresto nei tornei nordamericani: la prima proprio contro Jannik a Toronto ai sedicesimi e la seconda in Ohio già ai trentaduesimi contro Auger-Aliassime. Berrettini pare essere ripiombato in un momento no, come successo a inizio anno: “Sta accusando una scarsa forma atletica, è lento negli spostamenti laterali. Ha disputato troppe poche partite e allo US Open potrebbe risentirne. Meno male che è un animale da Slam, uno che sa interpretare bene i match al meglio dei cinque set”.