YouTube è in continua evoluzione da quando è nato, esattamente il 14 febbraio del 2005, e le sorprese non sono finite.
Non solo mera piattaforma streaming: fin dalla sua attivazione, YouTube ha offerto agli utenti un modo innovativo di interagire coi contenuti, qualcosa che all’epoca era assolutamente unica.
Gli utenti possono guardare sul sito, a cui è facilissimo accedere sia tramite pagina web che app, contenuti di vario genere: dai trailer dei film alle clip musicali, e ovviamente tutti i video prodotti dagli iscritti.
Forse non tutti sanno, a questo proposito, che i fondatori di YouTube, Chad Hurley, Jawed Karim e Steve Chen, furono i primi a pubblicare le loro creazioni multimediali, per invogliare i primi utenti a far visita alla piattaforma. Storico e iconico è il primo video caricato, “me at the zoo“, che oggi è diventato il simbolo di quel mondo ancora in continua evoluzione.
Forse i founder non immaginavano che la loro piattaforma avrebbe raggiunto risultati impressionanti: solamente dopo 1 anni, l’azienda vantava più di 65 mila contenuti all’interno della piattaforma al giorno, con 100 milioni di visualizzazioni quotidiane.
Il passaggio di YouTube a Google fu un altro importante traguardo (era la fine del 2006) e la cifra pagata arrivò a 1,65 miliardi di dollari. Questo storico passaggio di testimone, però, ha avuto un impatto importante sulla divulgazione dei contenuti. Infatti da allora i controlli sul rispetto delle regole della piattaforma sono diventati sempre più stringenti. Gli utenti, infatti, una volta che creano l’account devono sottostare ovviamente al regolamento. Purtroppo, la gestione di milioni e milioni di contenuti è molto difficile e spesso sono stati pubblicati video non conformi.
Fino al 2007, però, l’azienda non aveva espansione internazionale, infatti fu in quell’anno che YouTube arrivò anche in Italia. Nei 10 anni successivi, la piattaforma è diventata sempre più popolare, concedendo funzioni “extra” agli utenti e a tutt’oggi è tra quelle più visitate in assoluto a livello globale.
Non dimentichiamoci che gli utenti hanno la possibilità di divulgare i propri contenuti e, a fronte del numero di visualizzazioni, ottengono sponsorizzazioni e guadagni in denaro. Sono innumerevoli gli influencer e i personaggi che di YouTube hanno fatto la loro attività professionale.
Purtroppo però, la censura è arrivata anche su questa piattaforma e molte realtà si sono viste cancellare i video e i contenuti multimediali per motivi prettamente “politici”. Soprattutto dalla pandemia da Covid del 2020, tutte le piattaforme Social hanno ristretto ancora di più le regole, impedendo, in pratica, la libertà d’espressione. Nonostante ciò, dopo un calo di consensi, YouTube è tornato alla carica e oggi offre qualcosa di completamente nuovo. Al momento le opzioni aggiuntive sono in fase di test, ma probabilmente a breve la rivoluzione sarà a portata di clic, per tutti.
È di pochi giorni fa l’annuncio da parte della piattaforma più seguita al mondo dell’arrivo di un’interessante novità. Oltre a tutte le funzioni già presenti, su YouTube gli utenti potranno anche giocare ai videogiochi.
Non solo esperti che pubblicano video mentre giocano ai titoli più gettonati del momento, ma opzioni vere e proprie. La funzione si chiamerà “Playables” e i giochi potranno essere riprodotti anche su altri device mobili. Naturalmente i primi rumors parlano già di titoli destinati a ottenere ampio consenso. Tra questi citiamo “Stack Bounce”, un tap-and-play. Chissà come mai la piattaforma non è entrata prima nel mondo del gaming, visto che una bella fetta di visualizzazioni è inerente ai video dei player che affrontano le sfide più intriganti del momento.
C’è da dire che secondo le prime informazioni, su YouTube non solo si potrà giocare ai videogames ma anche memorizzare i traguardi, i progressi, gli upgrade e tutto ciò che è tipico dei videogiochi su Pc o console. La risposta alla domanda di poco sopra, però, potrebbe provenire dal feedback degli utenti. Se da una parte il mondo dei videogiochi non ha praticamente mai conosciuto crisi, dall’altra non è detto che offrendo la possibilità di giocare ci sia adesione totale. Basti pensare al “fallimento” in questo senso di Netflix, la cui proposta non ha trovato consensi miseri, non superiori all’1%.
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