Zucchero Fornaciari, un nome garante di stile, arte e musica: in pochi però conoscono la grave malattia che lo ha colpito.
Adelmo Fornaciari, per tutti Zucchero, da Roncocesi, ad un filo di note da Reggio Emilia. Una terra che ha dato natali importanti alla canzone d’autore italiana. Da Francesco Guccini a Luciano Ligabue, da Gianni Morandi a Vasco Rossi, solo per citarne alcuni.
Zucchero Fornaciari è la voce blues italiana. Roca, calda, unica. Una carriera lunga quarant’anni dove il suo talento si è spesso incrociato con quello di altri grandi artisti, italiani ed internazionali. A cominciare da Luciano Pavarotti, infinito talento musicale nato in terra emiliana, per proseguire poi con Andrea Bocelli, una sorta di erede naturale del tenore di Modena.
Lungo il suo cammino Zucchero ha avuto modo di dare vita ad alcune collaborazioni che hanno dato lustro al suo nome. Dalla “mano lenta” di Eric Clapton alla voce blues per eccellenza, quella di Joe Cocker, dal cristallino talento di Sting fino ad arrivare a toccare il mito con Miles Davis e B.B. King. L’Emilia-Romagna è la sua terra. Lì ci sono le sue origini ed è lì che è nato quel viscerale rapporto con una terra che negli ultimi anni ha pagato un dazio elevatissimo agli eventi naturali.
A partire dal terremoto che ha sconvolto la terra emiliano-romagnola un decennio fa fino ad arrivare alle recentissime alluvioni che hanno messo in ginocchio, ma non piegato, la sua meravigliosa gente. Zucchero sarà uno dei protagonisti più attesi del concerto benefico Italia Loves Romagna organizzato per raccogliere fondi per le popolazioni colpite dall’alluvione, che avrà luogo alla RFC Arena di Reggio Emilia il prossimo 24 giugno.
La voce blues di Roncocesi come avrebbe potuto non prendere parte ad un simile evento? Un grande appuntamento umanitario, da regalare, con il cuore, alla sua gente. Ma Zucchero Sugar Fornaciari è una fucina di idee che si susseguano, vorticosamente, nella sua testa. La sua ultima creazione è il World Wild Tour partito, nella scorso mese di aprile, dall’altra parte del mondo, dalla Nuova Zelanda.
La prima tappa del suo tour ha potuto godere dello scenario unico delle Terme di Caracalla, ma saranno anche altre le date italiane, a cominciare da Trieste, il 4 e 5 luglio, la Reggia di Caserta il 24 e il 25 luglio, la Valle dei Templi di Agrigento il giorno 27 luglio.
Uno spettacolo di tre ore dove quattro decenni di successi vengono riproposti con suoni ed atmosfere uniche. Alla maniera di Zucchero Sugar Fornaciari dove, dalla sua musica, si può scorgere, e toccare con mano, una miscela magica la cui interno si possono trovare frammenti di tradizione musicale mediterranea mescolata con suoni ed atmosfere derivati dalla tradizione blues, gospel e soul. Canzoni, note ed emozioni che si susseguono a ritmo incalzante. Successi più recenti, quali Spirito nel buio e Soul Mama ai quali poi si aggiungono le hit di una vita, quelli che mandano in sollucchero i fan di Zucchero.
Successi quali Un soffio caldo, scritto a quattro mani con il Maestrone di Pavana, Francesco Guccini o Miserere, l’occasione migliore per ricordare sempre chi non si può dimenticare, Luciano Pavarotti. Quattro decenni di storia musicale, un periodo lunghissimo dove non sono mancati i momenti difficili. Pagine più buie dove eventi negativi hanno comportato gravi conseguenze. Zucchero Sugar Fornaciari non ha parlato spesso di quel periodo così dannatamente difficile della sua vita, ma quando lo ha fatto le sue parole hanno profondamente colpito.
Un’intervista che è sembrata una confessione. Quasi una liberazione. Raccontare a “OK salute e benessere” la sua malattia non è stato facile.
La depressione. Qualcosa che ti prende, attanaglia il corpo e la mente. Un momento nerissimo nella vita di uno degli artisti più apprezzati del nostro panorama musicale. Un periodo molto lungo, durato ben quattro anni e che ha prodotto un capolavoro musicale come Miserere. Tra il 1989 e il 1993 la situazione era abbastanza grave. La separazione gli aveva fatto perdere i suoi punti di riferimento e più passava il tempo e più aumentava il desiderio di isolarsi dal mondo.
Zucchero ha confessato come avesse smarrito anche il desiderio di suonare. Dopo quel lungo periodo di indicibile male di vivere, Zucchero ha deciso, finalmente, di rivolgersi ad uno specialista.
La sua salvezza è stato un luminare di Pisa. Una cura mirata e il consiglio di continuare a fare concerti. La sua salvezza sono state le pasticche antidepressive e in quel periodo buio la sua luce è stata una donna di nome Laura. Una donna molto bella e nei ricordi di Zucchero era colei che ogni sera gli preparava un bicchiere d’acqua con il suo salva-vita.
E nella malattia più oscura e sconosciuta l’artista di Roncocesi ha composto alcune delle sue canzoni più belle quali Senza una donna o Diavolo. Adesso quel mare di buio appartiene al passato anche se all’interno di quel dolore è rimasta tanta rabbia.
La rabbia della depressione intesa come una malattia che però nessuno considera tale. Per tanti è soltanto un po’ di esaurimento. Invece no. Adesso per Zucchero è tempo di tornare in pista con il World Wild Tour. La vita prosegue intensa a ritmo di blues, anche se non è stato un semplice esaurimento.
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